In occasione della Giornata internazionale della donna, il 7 marzo si è tenuto il convegno online “Natalità e lavoro. La sfida dei territori”, organizzato da iDEE – Associazione delle Donne del Credito Cooperativo, in collaborazione con la ScuolaCooperativa di Federcasse.

Il convegno, moderato dalla giornalista Serena Bortone, è stata l’occasione per esplorare la relazione tra natalità e lavoro, con particolare attenzione ai temi dell’occupazione femminile, delle pari opportunità e della conciliazione tra vita privata e vita lavorativa, come questione centrale per la crescita e lo sviluppo del Paese. E che investe il ruolo delle organizzazioni e rende centrale il contributo del Credito Cooperativo.

La presidente di iDEE, Teresa Fiordelisi

“Il calo delle nascite influisce sulla crescita economica, sul benessere sociale e sulla sostenibilità dell’intero sistema – ha affermato in apertura dei lavori la presidente di iDEE, Teresa Fiordelisi, ed è importante prendere consapevolezza delle cause, che non sono riferibili unicamente a scelte individuali, ma sono il riflesso di una società in cui lavoro e genitorialità sono spesso inconciliabili, soprattutto per le donne, che si trovano ancora di fronte a un bivio: crescere professionalmente o costruire una famiglia”. “La sfida è quella di cambiare prospettiva e di cambiare paradigma, ha sottolineato Fiordelisi – a favore di una concezione in cui genitorialità e lavoro non siano aspetti tra loro alternativi, ma parte di un sistema che funziona, perché in equilibrio. Per questo è essenziale investire su più fronti: dalle politiche di welfare a sostegno delle famiglie e del lavoro femminile, ai modelli organizzativi, fino al cambiamento culturale, che superi gli stereotipi di genere e redistribuisca le responsabilità di cura”.

Centrale nel corso del convegno la presentazione e i contenuti della ricerca: “Sfide demografiche, lavoro e welfare dei territori. Azioni e modelli per favorire il benessere e la natalità attraverso i luoghi di lavoro” da parte di Claudia Bernardo, coordinatrice territoriale di iDEE per la regione Campania.

Il documento ha delineato come la crisi demografica sia progressiva e come essa abbia un peso crescente sul sistema finanziario, produttivo, previdenziale e sanitario di ogni Paese. In particolare, si legge, che “in Italia nel 2023 il tasso di fecondità si è attestato nuovamente in prossimità del minimo storico già raggiunto nel 1995 di circa 1,2, abbondantemente al di sotto della soglia di 2,1 che garantisce che i nuovi nati sostituiscano almeno i genitori”.

NON C’E’ RECIPROCITA’ TRA LAVORO FEMMINILE E DENATALITA’

Anche se le donne lavorano più che nel passato, nel contesto europeo le statistiche hanno registrato alcune interessanti evidenze, ovvero che:

l’Italia è “fanalino di coda” non solo per natalità, ma anche per numero di donne occupate. In Italia, nella fascia di età 15-64 anni, lavora poco più di una donna su due;
in Europa, invece, l’occupazione femminile supera in media il 70% (in molti Paesi il 75%) e i Paesi con il tasso di occupazione femminile più alto sono quelli con il più alto tasso di fecondità;
in 22 Paesi su 27 le donne con 3 figli hanno tassi di occupazione superiori rispetto a quelli delle donne italiane con un solo figlio;
in molti Paesi i tassi di occupazione delle madri coincidono e spesso superano i tassi di occupazione delle non madri (es. Finlandia, Paesi Bassi, Svezia, Slovenia, Danimarca, Portogallo, Croazia).

“Ciò dimostra – ha sottolineato la consigliera Bernardo – che non c’è reciprocità tra lavoro femminile e “non nascite” e la maternità non è di per sé ostativa all’occupazione. In Italia non è infatti la maternità in se stessa l’elemento che induce le donne a restare ai margini del mercato del lavoro, come non è il lavoro a limitare le nascite da madri occupate”.

Secondo Bernardo “la donna è storicamente considerata come un vero ammortizzatore sociale: è colei che interviene nei meccanismi di cura e che arretra piuttosto che proporsi nel mercato del lavoro o vi rinuncia nel caso abbia un’occupazione, poiché il suo impiego è retribuito in media 8.000 euro in meno all’anno rispetto ad un uomo”.

Il principale motivo di abbandono del lavoro o di rallentamento della carriera delle madri è proprio la nascita del primo figlio. In Italia – secondo la ricerca – una donna su 5 esce dal mercato del lavoro dopo essere diventata madre. Inoltre, secondo le statistiche dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) risulta che quasi nel 50% dei casi le ragioni dell’abbandono sono dovute espressamente alla difficoltà di conciliare il proprio lavoro con la cura della prole, all’assenza di servizi, e anche a motivi legati alle aziende in cui si lavora.

Un momento dell’intervento di **Claudia Bernardo**, coordinatrice territoriale di iDEE per la regione Campania.

ll lavoro di ricerca si conclude indicando che per favorire la natalità è necessario incentivare i meccanismi e le pratiche di conciliazione tra vita privata e vita lavorativa e nel contempo favorire l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro, riconoscendo così il loro valore ed il contributo che apportano all’economia del Paese.

“Occorre rivedere l’intero sistema di organizzazione del lavoro, concentrandosi sui tempi e sui ritmi delle famiglie”, ha sottolineato la consigliera di iDEE. “Un approccio che prende atto che sia gli uomini che le donne sono parimenti impegnati sia nel ruolo di lavoratori nella sfera produttiva che nel ruolo di erogatori di cure nella sfera riproduttiva. Un approccio che riconosce e abbatte gli stereotipi di genere”.

IL RUOLO DELLE ORGANIZZAZIONI E DEL CREDITO COOPERATIVO PER NUOVI MODELLI CULTURALI

Nel corso del convegno è risultato fondamentale il ruolo delle organizzazioni per il cambiamento, nel mappare le esigenze e nell’attivare delle misure in controtendenza. In tal senso, la ricerca ha evidenziato il prezioso contributo attuale e prospettico che può derivare dal Credito Cooperativo al tema delle nascite e allo sviluppo di una nuova cultura inclusiva e alla sensibilizzazione dei territori. “Le banche cooperative, ha concluso Bernardo, sono sempre più circondate da realtà “satellite” che svolgono un ruolo di primo piano nello stimolare nuovi modelli culturali e innovazioni. Attraverso le fondazioni, le mutue di previdenza e assistenza, alle Consulte dei Soci e ai Gruppi di giovani soci, nati su iniziativa diretta delle banche si mira a promuovere progetti e iniziative in ambito culturale, sociale, medico e assistenziale e a favorire il dialogo tra banche e territori”.

A dare una chiave di lettura dei risultati della ricerca sono state le Consigliere di iDEE, Felicita De Marco e Arianna Lorenzetto, evidenziando la necessità di mettere in campo interventi legislativi funzionali ad incrementare i servizi e consentire un allineamento del congedo parentale tra uomini e donne per riequilibrare le mansioni familiari ed accrescere la presenza femminile nel mondo del lavoro.

DUE ESPERIENZE DI SUCCESSO A SOSTEGNO DELLA NATALITA’ E DELLA GENITORIALITA’: BCC RAVENNATE FORLIVESE E IMOLESE E BCC SAN MARZANO

Il ruolo che le organizzazioni possono avere a sostegno della natalità e della genitorialità è emerso dall’esperienza della BCC Ravennate, Forlivese e Imolese. La consigliera delegata alla Sostenibilità, Emanuela Bacchilega, ha delineato come la BCC metta al centro la persona attraverso un percorso partecipato per poter sviluppare iniziative ed avviare dei percorsi che permettono di raggiungere obiettivi di benessere nell’ambito del lavoro. In tale direzione la banca ha sviluppato gli strumenti della conciliazione vita-lavoro a favore della continuità di carriera delle madri attraverso l’ascolto attivo delle esigenze delle madri lavoratrici durante le fasi di rientro al lavoro; così come nell’ambito della genitorialità e della cura, organizza i percorsi di Self coaching indirizzati a genitori con figli da 0 a 18 anni. E ancora: il programma di empowerment è finalizzato a valorizzare il talento femminile; e l’attivazione di ERG Employee Resource Group è dedicato ai temi delle famiglie al lavoro e della leadership femminile; oppure il Gruppo “Leadership femminile” ha avviato il progetto Accademia dell’Autostima e il Gruppo “Famiglie al Lavoro” ha, invece, dato vita al progetto Time Management. Fondamentale anche l’ammissione della BCC all’Avviso Pubblico #Riparto promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia, che mira a sostenere la realizzazione di attività di welfare aziendale per agevolare il rientro delle madri, favorire la natalità e il work-life balance. Inoltre, la BCC Ravennate forlivese e imolese insieme a BCC Banca Iccrea è presente nell’elenco delle aziende responsabili che hanno sottoscritto il Codice per le imprese in favore della maternità (Dipartimento per le Pari Opportunità – Elenco delle imprese responsabili in favore della maternità); e nel dicembre 2022 ha conseguito la certificazione per la parità di genere ai sensi della normativa UNI/PdR 125:2022.

Altra esperienza e testimonianza significativa è derivata dall’intervento del presidente della BCC San Marzano di San Giuseppe, Emanuele Di Palma che ha espresso l’attenzione della banca ai processi di sviluppo economico sostenibile anche con il conseguimento ad inizio anno della certificazione per la parità di genere. La BCC San Marzano ha approvato una serie di procedure interne sulla gestione delle risorse umane, in particolare per il sostegno alla genitorialità attiva, sia nel periodo di astensione del lavoro obbligatorio che facoltativo, offrendo la possibilità ai colleghi di avere orari flessibili e usufruire di una modalità di lavoro agile. La banca, inoltre, propone corsi di aggiornamento online e messo a disposizione una piattaforma di intelligenza artificiale “Skill Gym” con cui è possibile allenarsi ed interagire per cercare di combattere gli stereotipi di genere. Attraverso una indagine interna sulla parità di genere, la banca poi ha voluto capire le esigenze reali di sostegno alla genitorialità, come gestire i percorsi di carriera fino a contemplare la segnalazioni di molestie o mobbing. Sono numerose le iniziative in questo ambito avviate dalla BCC, tra cui Premio Valore Donna, l’Adesione alla Carta delle Donne di Abi, all’Educazione Finanziaria con FedUF nelle scuole e il progetto l’Ascolto delle Donne. Quest’ultima iniziativa realizzata insieme ad una società di consulenza e attraverso una serie di interviste alle donne che lavorano all’interno della banca ha consentito di raccogliere il loro punto di vista e suggerimenti portando anche risultati pratici, tra cui l’istituzione di un Comitato di parità di genere e l’istituzione di un punto d’ascolto permanente.

TAVOLA ROTONDA DI RIFLESSIONE E LE AZIONI STRATEGICHE DEL CREDITO COOPERATIVO

Dalla tavola rotonda sono emersi molte riflessioni e sono state delineate anche le azioni strategiche del Credito Cooperativo attraverso gli esponenti di Federcasse e della Federazione Cooperative Raiffeisen e delle Capogruppo dei Gruppi Bancari Cooperativi, BCC Banca Iccrea e Cassa Centrale Banca; Riportiamo alcuni stralci dei seguenti interventi:

Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse: “La natalità è una componente della felicità. Faticosa, gioiosa, avventurosa e anche sfidante. E’ un’espressione della felicità privata che ha un risvolto di felicità pubblica. Grazie alla trasformazione del risparmio in credito, le Banche di Credito Cooperativo danno un contributo all’occupazione che è la macro leva che consente di realizzare il desiderio di genitorialità. E anche per l’acquisto della casa. Inoltre, promuovono la costituzione di associazioni mutualistiche che si occupano di dare supporto alla famiglia nell’affrontare le spese sanitarie e socio educative. In particolare, la missione delle banche di comunità è quella di creare cultura. Con il supporto della Fondazione Tertio Millennio ETS è stato avviato con successo il programma di Finanza Epica! per promuovere nelle scuole l’educazione al risparmio. Attualmente è indispensabile anche un’educazione alla previdenza, che vuol dir per una famiglia pensare al futuro di un figlio con la sottoscrizione di un Piano di Accumulo”.

Robert Zampieri, direttore generale della Federazione Cooperative Raiffeisen: “La Cooperazione ha la responsabilità per lo sviluppo del territorio, per le proprie persone, ma anche per creare le condizioni economiche e strutturali necessarie per mantenere più donne nel mondo del lavoro. A parte le misure di conciliazione tra vita familiare e lavoro, promuoviamo assistenza alle famiglie, attraverso convenzioni con asili nido e le attività di doposcuola; e manteniamo il contatto con la madre lavoratrice assente per tenerla aggiornata”.

Francesco Romito, vicedirettore generale vicario di BCC Banca Iccrea: “Le organizzazioni devono agire affinché non ci sia l’arretramento delle donne nel lavoro. C’ è utilità nel dare pari opportunità ai generi, un valore che deriva dal contributo della diversità anche nel miglioramento della qualità degli ambienti di lavoro. Nella selezione del personale favoriamo il genere femminile; l’esperienza e la professionalità vengono opportunamente valutate per il superamento del gender pay gap. Si punta alla valorizzazione del talento femminile e a percorsi di accompagnamento sia nella fase antecedente alla maternità, ma anche durante e dopo il rientro al lavoro”.

Roberta Famà, chief direzione ESG e Rapporti Istituzionali di Cassa Centrale Banca: “Per una evoluzione culturale verso la parità di genere, bisogna partire dalla famiglia e maturare la collaborazione fra uomo e donna. Ma naturalmente sono necessarie anche politiche di welfare e di supporto pubblico alle famiglie nella conciliazione tra vita lavorativa e vita privata. Per quanto riguarda la nostra organizzazione promuoviamo un equilibrio che dia giusto valore ad ogni individuo a prescindere dal genere”.

(Norma Zito)

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