“Il “diluvio normativo” che ha investito il settore bancario negli ultimi anni ha penalizzato le piccole e medie banche, soprattutto se cooperative, territoriali e con finalità mutualistiche”. Ne è convinto Giuseppe Guerini, rappresentante delle imprese cooperative italiane all’interno del CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) con sede a Bruxelles, Presidente di Confcooperative Bergamo e Presidente di CECOP-CICOPA (la Confederazione europea delle cooperative di lavoro e di servizi).

Guerini è stato il relatore del Parere del CESE, realizzato anche con il contribuito tecnico di Federcasse approvato in sessione plenaria lo scorso 16 luglio sui temi dell’adeguatezza normativa per le piccole banche.

In un’intervista al mensile Credito Cooperativo, Guerini sottolinea le tre le ragioni che, a suo avviso, sono alla base delle oggettiva penalizzazione per le banche cooperative mutualistiche : “un incremento dei costi di compliance riconducibili a una regolamentazione cospicua, complessa, di grande dettaglio e in continuo cambiamento; il mancato riconoscimento della diversa rilevanza sistemica delle banche locali in termini di rischiosità; i vantaggi di accesso, in termini di costi di finanziamento di cui godono le grandi banche sistemiche che ha ridotto la competitività delle BCC”.

“La proporzionalità – sottolinea Guerini – oltre che mantenere un’industria bancaria europea diversificata è utile a favorire il sostegno al credito alle piccole e medie imprese, settore chiave dell’economia in Europa”. Rispetto al ruolo delle banche per l’uscita dall’emergenza socio-economica determinata dal Covid-19, per Guerini “l’impatto della pandemia è ancora evidente in tutta la sua drammaticità. Dovremo abituarci a convivere
con livelli molto più alti di debito pubblico e, per far arrivare le risorse là dove occorrono e in tempo utile, l’intero sistema finanziario dovrà essere mobilitato per uno sforzo globale che investa i settori pubblici, le imprese, l’associazionismo e le formazioni sociali”.

“Le banche europee, come sostenuto autorevolmente da Mario Draghi nel suo articolo sul Financial Times del 26 marzo 2020 – dice ancora Guerini – dovranno diventare “vettori degli interventi pubblici” per sostenere l’economia e l’occupazione e accompagnare la ripresa. Per questo è indispensabile che normative e regolamenti siamo ripensati in modo da “non ostacolare in nessun modo la creazione delle opportunità necessarie a questo scopo nei bilanci bancari”.

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Il parere del CESE: il ruolo fondamentale delle banche di comunità

Il Parere – messo a punto anche sulla base di incontri con la DG Fisma della Commissione Europea – nasce come contributo del CESE a un progetto di Unione Bancaria funzionale agli obiettivi di sviluppo sostenibile e inclusione sociale necessari ad assicurare competitività futura all’Unione europea in un contesto di molteplici sfide a livello globale, a partire da quella sanitaria. “A tale proposito – si legge nel Parere – il CESE intende portare all’attenzione l’interesse della società civile alla realizzazione di un’Unione bancaria inclusiva, diversificata e sostenibile”.

“Affrontare il tema della regolamentazione bancaria – puntualizza il CESE – richiede un duplice impegno di memoria anche critica rispetto agli eventi che hanno condizionato progressivamente il quadro regolamentare europeo e di visione prospettica lucida su dove si vuole arrivare in futuro”. Più in generale, si legge ancora nel Parere, “il costante aumento delle regole bancarie a livello europeo e il loro progressivo inasprimento nel corso degli anni non è sempre riuscito a tenere conto dei diversi modelli che contribuiscono alla diversità bancaria in Europa e a sviluppare regole proporzionali.

Per approfondimenti, leggi anche il comunicato stampa dffuso da Federcasse sul parere del CESE.

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