A colazione, al Mint, ci portano succhi colorati chiusi in bottiglie. Se ne trovano tantissimi lungo le strade, li vendono sui marciapiedi e ai semafori insieme a tante altre cose, per la verità. Papaia e mango già tagliati e imbustati. Impasti di cereali (la pate), di manioca o igname (il fufu), simili al pane. L’akoumé, la farina di mais dal colore biancastro. Per strada non mi ero fidata. Lo so, mi autodenuncio. Ma qui in albergo il succo lo bevo. E’ di hibiscus, di un colore rosso intenso, assomiglia alle foglie di carcadé. Buono, mi piace.

Oggi è la giornata in cui Ignace tesserà le fila di tutto. Ignace è il responsabile del Servizio Affari Normativi e Rapporti con l’Unione Europea di Federcasse. E’ del Camerun, lo avevo già scritto. Ma soprattutto è il responsabile del progetto “Le BCC con il Togo” fin dalle sue origini.

Stamattina incontreremo Abidji Akpénou Sika, la direttrice generale dell’Agenzia per lo sviluppo delle piccolissime, medie e piccole imprese (TPME).

Incontro con **Abidji Akpénou Sika**, la direttrice generale dell’Agenzia per lo sviluppo delle piccolissime, medie e piccole imprese (TPME).

Percorriamo strade di terra rossa. L’edificio è nuovo, è stato inaugurato il 10 febbraio. Un cubo di marmi e mattonelle bianche. Tutto è lucido. Il riverbero abbaglia. La direttrice ha un piglio manageriale, è bella, seria. Ha una splendida gonna a fiori. Con lei due uomini, i suoi più stretti collaboratori, il responsabile dei progetti e il responsabile della pianificazione. “Buongiorno a tutte e a tutti”. Ci ha già conquistato.

L’agenzia è una nuova struttura dello Stato, frutto di una riforma varata per accompagnare lo sviluppo delle imprese – piccole e medie – togolesi. “Il nostro obiettivo – ci dice la direttrice – è quello di fornire alle imprese del Paese un’interfaccia unitario di coordinamento e di indirizzo per la strategia di sviluppo. Evitando duplicazioni inutili e garantendo una coerenza con le strategie pubbliche”. Ci ascolta, fa domande. Intervengono tutti. Ognuno, del team di missione, avrebbe una storia (e una storia legata al progetto) da raccontare: Giovanna Romano, ufficio stampa di Banca Centro Toscana Umbria. Loredana Sapia, consigliera di iDEE (l’Associazione delle donne del Credito Cooperativo). Rosaria de Michele, Sindaco revisore della Fondazione Tertio Millennio ETS, Alessio Greco del Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, Fabrizio Giovanelli, consulente finanziario di Federcasse per il progetto Le BCC con il Togo. Elena Salvati, docente presso l’Istituto Comprensivo Cassiodoro – Don Bosco Pellaro di Reggio Calabria.

Pranziamo alla mensa universitaria. Nella cittadella dell’Université de Lomé. Siamo in un’altra dimensione. 100 mila studenti provenienti da tutto il paese. È la prima università pubblica, ce n’è un’altra a Kara, al Nord. Le altre, la maggioranza, sono private. Un campo di calcio tenuto perfettamente a fianco della mensa e un’enorme aquila di legno davanti alle porte del ristorante. E’ il simbolo della squadra di calcio nazionale. Sarà contenta mia figlia. Non spiego qui perché. Ma i romani lo sanno.

Sorrisi di bambini (foto di Rosaria De Michele)

Secondo appuntamento. Raggiungiamo la sede della Coalizione nazionale per l’impiego dei giovani (CNEJ). Un ente pubblico che coordina e indirizza le politiche del Governo per favorire la creazione di posti di lavoro per giovani soprattutto nel settore privato e affrontare la piaga – sì, una piaga qui in Africa – della disoccupazione giovanile. “Le cooperative sono alla base dell’economia sociale e solidale del Togo. E il Togo è uno dei pochi stati che sta predisponendo un iter giuridico per l’economia sociale e solidale. Che non si è ancora concluso”. Così il segretario permanente della Coalizione, Eric Tamandja, che conclude con un appello: “Vogliamo un quadro normativo moderno ed è per questo che ci rivolgiamo a voi”. Richiedono un contributo di elaborazione giuridico-normativa che li aiuti a elaborare il migliore quadro giuridico, moderno ed efficace per l’economia sociale e solidale. E canali di accesso ai mercati dell’Unione Europea. “Perché se si produce e non si vende, il cerchio ovviamente non si chiude”.

Prima di congedarci ci offrono degli spiedini di carne. E un succo naturale e bio. Si chiama “Jesus is great”. Un “Jus divers”. Ci fa ridere. Ma la battuta la capisce solo chi è del Credito Cooperativo.

E’ arrivato il momento di incontrare la Ministra. Entrare nella cittadella del Ministero dello Sviluppo alla Base – e molti dei Ministeri e i Consolati stranieri – è un’esperienza. Lontana anni luce dal caos della vita togolese “fuori le mura”. Atmosfere sospese e rarefatte. Militari e guardie. Si deve passare a un posto di controllo. Il militare è giovane e sorridente e ci fa passare con disinvoltura.

La ministra, Myriam Dossou-D’Almeida, è una donna austera. Si presenta con i suoi consiglieri, il segretario generale, il capo di gabinetto e il direttore centrale per le politiche giovanili, il direttore della pianificazione e la direttrice del FAIEJ, il Fondo ministeriale di sostegno alle iniziative economiche dei giovani togolesi. Al tavolo, la nostra delegazione insieme a Stella e Koffi Adjimon della Maison des Cooperatives.

Incontro con la ministra *Myriam Dossou-D’Almeida* del Ministero Sviluppo di base del Togo

Posso riassumere così l’incontro. L’obiettivo che ci eravamo prefissati in questa seconda fase del Progetto viene raggiunto. La Ministra (che, peraltro, era stata ospite – in collegamento – con l’ultima edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze) si rende disponibile a firmare il Memorandum of Understanding (MoU), l’Accordo di collaborazione per l’implementazione del nuovo progetto di sistema – elaborato in collaborazione con i partner locali togolesi – per sviluppare e integrare le catene del valore nell’agrobusiness togolese attraverso le cooperative. “Dechaines” il nome del progetto. “Rompere le catene”. Si vuole riqualificare circa 5 mila cooperative con una base sociale complessiva di circa 100 mila soci, attraverso il rafforzamento delle capacità tecnico-produttive e manageriali per l’incremento della produttività e della capacità di creare lavoro per giovani e donne. Le categorie – inutile dirlo – più fragili di questo Paese. E non solo di questo.

Torniamo in albergo. Non è stato facile. Né scontato. Stasera siamo tutti un po’ più stanchi.
E’ arrivata l’ora di cena. Ancora pesce della costa. Avocado. Mais. Alla fine, surabi per tutti. E’ un distillato di linfa di palma. Qui è come finire con il nostro Amaro del Capo. Nel nostro mondo occidentale – si sa – non gode di buona stampa. Stasera, direi, ci sta tutto. Ed è anche buono.

Domani si parte per il Nord. Tra quattro giorni saremo di ritorno a Lomé.

(3. continua)

Potrebbe interessarti anche

Togo. I fiori nel deserto/1

Togo. I fiori nel deserto/2. Verso gli Altipiani

Le BCC con il Togo. Cooperare per un nuovo modello di sviluppo

Le BCC a sostegno della popolazione ucraina

Attenzione alle truffe perpetrate a nome di “BCC Federcassa Spa”

Resta aggiornato sul mondo del Credito Cooperativo