Sono Pordenone, Siena e Milano le provincie sul podio della classica del Ben-vivere 2024. Per la prima volta in sei anni, Bolzano cede il primato, scendendo di ben nove posizioni, fino al decimo posto.

E’ quanto emerge dal Rapporto sul ben-vivere e la generatività delle province italiane 2024 presentato oggi a Firenze, frutto di un lavoro di ricerca che prosegue ormai da sei anni sugli indicatori del ben-vivere e della generatività delle province italiane.

La ricerca, quest’anno, è stata coordinata da NeXt Economia, con il supporto del Festival Nazionale dell’Economia Civile, di Federcasse e di Avvenire e il finanziamento di Fondosviluppo.

“La generatività – ha detto il direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti, – è condizione necessaria e sufficiente per ridurre le diseguaglianze in termini di responsabilità fra residenti nei comuni capoluogo e nei comuni non capoluogo. Sono le persone generative che fanno la differenza nei livelli di capitale istituzionale, capitale sociale, responsabilità personale, partecipazione e soddisfazione di vita. non si può dunque rinunciare a investire (o almeno a provarci) nella generatività. Un investimento articolato che deve essere realizzato attraverso tre strategie intrecciate: sistemica o istituzionale (cioè dall’alto: il Rapporto suggerisce nove iniziative concrete); personale (dal basso, individuale: cinque le indicazioni di “esercizi generativi”); comunitaria (sempre dal basso, ma cooperativa, con la prospettiva di attivare o irrobustire percorsi locali di programmazione condivisa e progettata).

LA CLASSIVICA DEL BEN VIVERE NEI TERRITORI

Nella top 10 della classifica ci sono quattro new entry: Trieste – quarta (+19), Rimini – settima (+23), Udine – ottava (+11), Parma – nona (+2). Ad uscirne, invece, sono le province di Bologna (-3), Prato (-8), Gorizia (-3) e Ancona (-11). A completare la top 10, Firenze (stabile al quinto posto) e Trento (+1).

Le province top 2024, che guadagnano più di quindici posizioni, sono: Isernia (+37), Novara (+28), Venezia (+26), Benevento (+24), Ferrara (+24), Rimini (+23), Belluno (+22), Trieste (+19), Vercelli (+18) e Teramo (+15).

L’analisi del confronto fra il 2024 e il 2023 della media e della deviazione standard totali e per top e flop 10, fa emergere come, a differenza dello scorso anno, il livello dei punteggi sia migliorato sia in termini di media totale fra le 107 province (+0,17%), così come fra le peggiori dieci (+0,23%), ma abbia subito una flessione, al contrario, fra le migliori dieci (-0,33%).

“La lettura combinata di questi risultati – si legge – ci permette di affermare che il processo di convergenza e il trend di crescita generale di livelli di Ben-vivere dei Territori, visti nei primi 4 anni di rilevazione e arrestatesi lo scorso anno, hanno ripreso il loro percorso, superando, almeno per quest’anno, la flessione del 2023. In altri termini, c’è una situazione complessiva di maggiore ben-vivere, la seconda metà della classifica è più vicina alla prima, i secondi sono più vicini ai primi e gli ultimi ai penultimi. Importante notare che Nord e soprattutto Sud registrano delta positivi fra il 2023 e il 2024, rispettivamente pari a +0,07 e +0,43, mentre il Centro riporta una lieve flessione (-0,11). Quindi, il Sud riduce il gap con il Nord di 0,36 punti e con il Centro di 0,54 in termini di ben-vivere”.

Le provincie più generative

Passando all’analisi della classifica di generatività, il podio 2024, rispetto all’annualità passata, non varia nelle province presenti: Bolzano, prima e stabile; Milano, seconda (+1); Trento, terza (-1). Tuttavia, tutte e tre le prime posizioni registrano una contrazione del livello di generatività (rispettivamente: -1,78, -3,24, -3,72).

Complessivamente assistiamo a un peggioramento della generatività, sia in termini di livello, che di aumento delle diseguaglianze, tra i primi, tra gli ultimi e tra i primi e gli ultimi, anche se considerando le 107 province il livello di diseguaglianza cala leggermente. Quest’ultimo dato dipende chiaramente da un livellamento verso il basso della generatività delle province. Questa evidenza è confermata anche dal fatto che si registrino differenze statisticamente significative fra Nord e Centro e fra Nord e Sud sostanzialmente nella stessa misura del 2023, e soprattutto differenze statisticamente significative all’interno della stessa area geografica fra 2024 e 2023, con un peggioramento generale del livello di generatività che non risulta diverso, in misura statisticamente significativa, fra Nord, Centro e Sud.

Investiamo nella generatività

Dal rapporto si evince dunque “che i ben noti divari territoriali tra le diverse aree del paese si traducono (in alcuni casi, ma non sempre) in altrettante differenze di soddisfazione di vita, partecipazione, responsabilità personale, capitale istituzione e capitale sociale. E mettono in evidenza le difficoltà dei piccoli centri e delle aree interne in un sistema socioeconomico dove l’essere un comune periferico, rispetto alla centralità dei capoluoghi di provincia o di regione, può creare divari significativi di opportunità e, conseguentemente, delle differenze nelle dimensioni già richiamate”.

Il risultato principale del Rapporto, oltre a un aumento del livello di ben-vivere e a una riduzione del livello di generatività su base provinciale, “è dato dal fatto che la generatività stessa rappresenta l’elemento capace di annullare gran parte delle diseguaglianze fra Centro-Nord e Sud e fra comuni capoluogo e comuni non capoluogo negli elementi costitutivi del capitale istituzionale, del capitale sociale, della responsabilità personale (proxy della propensione a non delegare), della partecipazione e della soddisfazione di vita”.

Quindi, se si vogliono ridurre le diseguaglianze fra Centro-Nord e Sud (risoluzione della cosiddetta questione meridionale) e fra comuni capoluogo e comuni non capoluogo (risoluzione della questione delle aree marginali) bisogna investire nella generatività, perché sono “le persone generative che fanno la differenza e non la provenienza geografica o l’essere residenti in una determinata tipologia di comune”.

“Per investire in generatività, c’è bisogno congiuntamente di politiche (e di Politica), di esercizio personale e di cooperazione locale”.

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