Le notizie di attualità, che provengono oltre Oceano e riguardano la vicenda della SVB (Silicon Valley Bank) portano alla ribalta il tema della tutela dei depositi e delle reti di garanzia definite nell’ambito dell’Unione Bancaria europea.

A questo proposito, è bene ricordare che in Italia, ai sensi di legge, operano 2 distinti fondi di tutela dei depositanti: il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (FGD) – cui aderiscono le BCC, Casse Rurali e Casse Raiffeisen – e il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) cui aderiscono tutte le altre banche “non BCC”.

Per quanto riguarda il Credito Cooperativo, pertanto, le oltre 200 Banche di Credito Cooperativo – Casse Rurali – Casse Raiffeisen italiane, attraverso il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo, garantiscono i propri depositanti – ai sensi di legge – per singolo rapporto, nel limite previsto di 100 mila euro.

Con un pizzico di orgoglio, va ricordato che in tema della tutela dei depositi, il Credito Cooperativo è stato sempre all’avanguardia. Risale difatti al 1978, la costituzione (su base volontaria) dell’allora Fondo Centrale di Garanzia delle Casse Rurali e Artigiane, primo esempio in Italia di uno schema di protezione dei depositanti (detto anche DGS, acronimo inglese di Deposit Guarantee Scheme) basato soprattutto sull’ impegno di sostegno reciproco fra banche ed in particolare su quei valori di solidarietà e di mutua assistenza che caratterizzano il sistema della cooperazione mutualistica di credito.

L’attuale Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo – presieduto dal Presidente di Federcasse Augusto dell’Erba – è stato istituito nel marzo del 1997 su iniziativa della stessa Federazione Italiana delle BCC – CR – sulla base della Direttiva 19/94 della allora Comunità Economica Europea che stabiliva l’obbligatorietà per i Paesi membri di dotarsi di meccanismi di garanzia dei depositi, con la partecipazione iniziale di 362 Banche di Credito Cooperativo.

E’ infine con la Direttiva Ue 49 del 2014 (DGSD), nell’ambito del progetto di Unione Bancaria, che venne poi uniformato a livello europeo il valore standard della garanzia dei depositi entro il limite massimo di 100 mila euro.

Al 31 dicembre 2022 il Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo proteggeva oltre 121 miliardi di euro di risparmi.

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IL FONDO DI GARANZIA DEGLI OBBLIGAZIONISTI DEL CREDITO COOPERATIVO

La “rete di sicurezza” (safety net) del Credito Cooperativo, unica nel panorama bancario italiano, prevede anche – attraverso il Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo, istituito nel 2004 – la tutela aggiuntiva di ulteriori 100 mila euro per i possessori di “obbligazioni garantite” emesse dalle singole BCC e Casse Rurali. Al dicembre scorso, il FGO garantiva 205 prestiti obbligazionari di 157 BCC per un ammontare complessivo di 1,1 miliardi di euro.

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