Nei mesi scorsi il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha avviato il Financial Sector Assessment Program (FSAP) periodico dedicato all’Italia. Si tratta di un esercizio di analisi e valutazione della stabilità complessiva del sistema finanziario nazionale, con particolare attenzione al settore bancario e alle infrastrutture di mercato.

La Banca d’Italia, come di consueto, coordina l’interazione con il Fondo e fornisce i dati e le informazioni necessarie per l’approfondimento. In parallelo, il FMI prevede anche momenti di confronto diretto con le principali associazioni di categoria e gli attori del sistema finanziario, per raccogliere opinioni e valutazioni su riforme, dinamiche e prospettive del settore.

Una missione in presenza a Roma e Milano

Una delegazione del Fondo è in Italia per una serie di incontri istituzionali a Roma e Milano che tra il 31 ottobre e il 18 novembre.

**Aldona Jociene**, Senior Financial Sector Expert Financial Supervision & Regulation Division.

Nel quadro di questa missione il FMI ha proposto un incontro presso Federcasse che si tenuto il 13 novembre a Roma presso CasaBCC alla presenza di Aldona Jociene, Senior Financial Sector Expert Financial Supervision & Regulation Division. L’appuntamento ha rappresentato un momento significativo di dialogo e confronto sul ruolo del Credito Cooperativo e sul suo contributo al sistema bancario italiano.

I temi al centro del confronto

Nel corso della riunione sono stati approfonditi, in particolare, il modello delle Banche cooperative mutualistiche, l’efficacia del quadro normativo e della vigilanza che ne regolano l’attività e le sfide aperte.

Sul tema della regolamentazione il direttore generale di Federcasse Sergio Gatti ha evidenziato che “Uno dei temi chiave è la proporzionalità: vogliamo che, nel recepire le direttive europee, la normativa italiana tenga conto delle specificità delle banche cooperative, che non operano come le grandi banche internazionali”. “Chiediamo quindi – ha proseguito – maggiore proporzionalità: occorre continuare a investire in qualità e diversità, ma adattando le regole alle realtà più piccole”. Un approccio “Less is more”, cioè “meno è meglio”, dunque, che “richiede semplificazione normativa, mantenendo però gli stessi obiettivi di stabilità e qualità”. “Come dicono i colleghi britannici – ha aggiunto Gatti -, “KISS – Keep It Safe and Simple”. La sicurezza prima di tutto, ma con semplicità.
“L’obiettivo è garantire stabilità e competitività, mantenendo la vigilanza efficace ma senza eccessiva complessità”.

A questo, la rappresentante del Fondo monetario Internazionale ha ribadito che “Sarebbe opportuno disporre di un quadro normativo più semplificato per le banche di minori dimensioni”.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per evidenziare il ruolo del Credito Cooperativo nella promozione della stabilità finanziaria e dello sviluppo sostenibile dei territori, contribuendo al più ampio processo di valutazione internazionale condotto dal FMI.

“Per me è stato molto utile comprendere meglio il funzionamento delle banche cooperative – ha affermato Aldona Jociene -, che sono un settore molto influente, ben gestito e stabile.
“Sono anche una grande sostenitrice delle cooperative, che oggi stanno tornando in auge – negli Stati Uniti, in Danimarca e altrove – come modello di impresa più vicino alle comunità.
Credo che rappresentino il futuro, specialmente per le banche locali”.

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