Sistema economico, transizione ecologica e partecipazione dei cittadini. Sono questi alcuni dei temi al centro della video intervista condotta dal Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile, Leonardo Becchetti, all’economista, matematico e teologo gesuita, Gaël Giraud. In occasione della Lectio Cooperativa tenuta dallo stesso Giraud, il 30 maggio scorso, organizzata da Federcasse per celebrare i 140 anni dalla costituzione della prima Cassa Rurale italiana.

Di fronte alle sfide della crisi climatica, il paradigma della crescita infinita entra definitivamente in crisi: si rendono sempre più urgenti cambiamenti strutturali, a partire dagli interventi di istituzioni e istituti bancari nei confronti dei combustibili fossili.

“La transizione ecologica – sottolinea Giraud – rappresenta una speranza fantastica, un modo per salvarci dalla trappola della rivoluzioni industriale”. Attraverso la transizione ecologica, possiamo guardare non solo ad un mondo nuovo attraverso “l’energia da fonte rinnovabile”, ma anche ad “una società meno intensiva materialmente”. Inoltre, avremo “l’opportunità di creare nuovi posti di lavoro”. E’ la strada, spiega ancora, per una vera “società della felicità”.

LA QUINTA EDIZIONE DEL FESTIVAL NAZIONALE DELL’ECONOMIA CIVILE

Quest’anno, la quinta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile (dal 28 settembre al 1 ottobre a Firenze), avrà come tema “Oltre i limiti. L’impegno che (ci) trasforma”. La volontà di voler porre le basi per ragionare insieme al pubblico e al privato, al profit e al non profit, sulle grandi sfide dei nostri tempi: “la transizione ecologica come risposta al riscaldamento globale, la formazione permanente e la comunità educante, la cura di prossimità, il fisco buon e le soluzioni possibili ai temi di diseguaglianze, povertà e collaborazione tra stati e banche centrali”.

Un modo nuovo di concepire le relazioni e la capacità di intervenire come comunità per aumentare il ben-vivere, la generatività e la sostenibilità dei nostri territori, superando i nostri limiti individuali oltre a evitare anomia, disperazione e povertà di senso”.

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