Il percorso di Capitalismo Sociale 5.0 ha fatto tappa a Vicenza il 7 ottobre, ospitato dalla Società Cooperativa Sociale MEA, per una serata dedicata al tema “Governance e nuovi soggetti presenti in cooperativa”. Un momento di incontro tra esperienze e territori, in cui il mondo della cooperazione ha riflettuto sulle sfide del rinnovamento organizzativo, della partecipazione e della leadership nelle imprese mutualistiche di oggi.

Promosso dalla Federazione del Nord Est – Credito Cooperativo Italiano e da Confcooperative Veneto, con il sostegno di Fondosviluppo e la collaborazione di Salone d’Impresa e Irecoop Veneto, il progetto Capitalismo Sociale 5.0 intende costruire un filo continuo tra Banche di Credito Cooperativo e imprese cooperative, rafforzando sinergie e visioni comuni per un modello economico che unisce impatto sociale, radicamento locale e sostenibilità futura.

Le cooperative vicentine protagoniste

Ad accogliere la tappa vicentina è stata MEA Società Cooperativa Sociale, una realtà radicata nel territorio che da anni si impegna nell’inclusione lavorativa e sociale di persone con disabilità o fragilità, attraverso servizi residenziali, semiresidenziali e attività educative di comunità. Insieme a MEA, hanno partecipato tre realtà espressione di settori diversi ma unite dallo stesso spirito cooperativo: il Caseificio Sociale Ponte di Barbarano, che unisce tradizione e innovazione nella filiera lattiero-casearia; Vitevis Cantine SCA, cooperativa vitivinicola che coniuga qualità, enoturismo e sostenibilità ambientale; e la Cooperativa Sociale Margherita Onlus, attiva nei servizi educativi e socio-assistenziali per disabilità e minori, promotrice di percorsi di autonomia e partecipazione.

La pluralità di esperienze e di ambiti produttivi ha offerto uno spaccato concreto della ricchezza cooperativa del territorio vicentino: un sistema dove la dimensione economica si intreccia costantemente con quella sociale, e dove la governance diventa lo strumento per tenere insieme persone, competenze e valori condivisi.

Il confronto è stato guidato nella prima parte da Daniel Caleo, Project Manager della Federazione del Nord Est, che ha raccolto le “proposte per il futuro” delle cooperative; a seguire, Ferdinando Azzariti, Presidente di Salone d’Impresa, ha coordinato il dialogo dedicato alle “proposte per il presente”, approfondendo i temi del management e della leadership cooperativa.

Governance, formazione e nuove generazioni

Il dibattito ha posto al centro il tema della governance come leva di sostenibilità organizzativa e culturale. Le cooperative si trovano oggi in una fase di evoluzione che richiede di conciliare democrazia interna, efficacia gestionale e attenzione alle persone. Non basta rinnovare i ruoli o modificare gli organigrammi: servono processi chiari, deleghe effettive e un clima di fiducia diffusa che consenta alle decisioni di essere partecipate ma anche tempestive.

Si è parlato della necessità di sviluppare una leadership cooperativa capace di unire razionalità e sensibilità, rigore manageriale e coerenza valoriale. Figure in grado di guidare il cambiamento senza snaturare la natura partecipativa delle organizzazioni, trasformando la cooperazione in un luogo di crescita condivisa e non solo di lavoro.

Un punto centrale è stato anche quello del ricambio generazionale, non più inteso come semplice passaggio di testimone ma come un processo graduale di formazione, accompagnamento e responsabilizzazione. Le cooperative sono chiamate a costruire percorsi che permettano ai giovani di entrare, restare e contribuire in modo attivo alla vita organizzativa. In questa prospettiva, la formazione continua diventa non solo uno strumento tecnico, ma un vero e proprio investimento culturale: serve a far crescere persone consapevoli, in grado di interpretare la complessità e guidare comunità economiche sostenibili.

I cinque concetti della tappa vicentina

La serata si è conclusa con cinque concetti che riassumono il senso del percorso condiviso. Formarsi ad imparare è il primo, perché ogni cooperativa è una palestra di crescita reciproca e apprendimento continuo. Segue la governance innovativa, che unisce metodo e partecipazione, responsabilità e fiducia. Il terzo è essere attrattivi, ovvero rendere il modello cooperativo capace di parlare ai giovani e di offrire reali opportunità di crescita professionale. Da qui nasce la cooperazione diffusa, una rete di relazioni e contaminazioni positive tra imprese e territori. Infine, il protagonismo della Generazione Z, chiamata a portare nuovi linguaggi, nuove competenze e una rinnovata sensibilità verso l’impatto sociale. Cinque spunti che non restano slogan, ma si traducono in una direzione comune: fare della governance cooperativa il terreno dove etica e strategia, persone e risultati, trovano un punto d’incontro.

La tappa vicentina ha confermato che la forza della cooperazione risiede nella capacità di rigenerarsi, rinnovando la governance e investendo sulle persone. Capitalismo Sociale 5.0 prosegue ora il suo cammino: la prossima tappa sarà giovedì 23 ottobre a Verona, ospitata dalla Cooperativa Sociale Panta Rei, e sarà dedicata al tema “Corporate social responsibility e cooperazione”.

a cura di Fabian Storti

(Nella foto di apertura, da sinistra: Demis Loretelli, Direttore MEA Società Cooperativa Sociale di Vicenza; Ferdinando Azzariti, Presidente Salone d’Impresa; Daniel Caleo, Project Manager Federazione del Nord Est; Nicola Meggiolaro, Vicepresidente Caseificio Sociale Ponte di Barbarano; Silvano Nicolato, Presidente Cantine Vitevis SCA; Daniela Galante, Direttore Confcooperative Veneto; Francesca Pezzin, Direttrice dei Servizi Margherita Società Cooperativa Social ONLUS; Marta Gaiga, Presidente MEA Società Cooperativa Sociale di Vicenza; Valerio Zanella, Direttore Confcooperative Vicenza).

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