Le Banche di Credito Cooperativo sono, a pieno titolo, protagoniste dell’economia sociale secondo la definizione dell’Unione Europea. Lo stabilisce il documento del Piano nazionale per l’economia sociale, pubblicato il 17 ottobre in consultazione pubblica dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) fino al 12 novembre, in attuazione del Piano d’Azione europeo per l’Economia Sociale e della Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 27 novembre 2023 (C/2023/1344). Ad annunciarlo ufficialmente è stata la sottosegretaria del Ministero dell’Economia con delega all’economia sociale, Lucia Albano nel corso del convegno della Federazione dell’Emilia-Romagna delle BCC dal titolo “Banche con l’anima. La funzione (economico) sociale della cooperazione di credito”, che si è svolto il 18 ottobre, presso il Savoia Hotel Regency di Bologna.

“È la prima volta che in un documento ufficiale di tale rilevanza viene riconosciuto in modo esplicito il ruolo delle BCC come parte integrante dell’economia sociale”, ha affermato Mauro Fabbretti, presidente della Federazione dell’Emilia-Romagna delle BCC. Un risultato ottenuto grazie al lavoro congiunto di Federcasse e Confcooperative, che da oltre un anno partecipano al tavolo tecnico del MEF per la definizione della Strategia”.

BCC IMPRESE DIFFERENTI: RADICATE, RESPONSABILI E SOLIDALI

Nel corso del convegno è stata presentata da AICCON Research Center, il centro di ricerca dell’Università di Bologna dedicato all’Economia Sociale una indagine che mette a confronto ed in evidenza alcune differenze tra le BCC regionali con le altre principali banche (Big 5) presenti in Emilia-Romagna. Le BCC scelgono la sostenibilità e l’intergenerazionalità: l’89,5% degli utili è reinvestito nella banca per rafforzarne la solidità e garantirne il futuro (contro il 7,9% delle principali cinque banche); solo il 3,8% è distribuito in dividendi, mentre il 5,9% remunera lo scambio mutualistico fra banca e soci (nelle Big 5, il 55,7% degli utili è distribuito agli azionisti).

Le BCC mettono al centro le persone e il territorio oltre il profitto: il 71,1% delle risorse raccolte viene impiegato nel territorio (contro il 62,5% delle principali cinque banche). La ricerca, ha inoltre, evidenziato come le BCC dimostrino la propria vocazione mutualistica nel sostegno alle persone e alle famiglie: per ogni 10 euro di credito, 4,56 euro vanno direttamente a sostenere famiglie e persone del territorio in cui le banche operano, contro i 3,5 euro delle principali cinque banche. Anche nel sostegno alle imprese, la differenza è sostanziale: per ogni 10 euro di impieghi, 7,85 euro sono destinati alle PMI (il 99,5% dei clienti BCC in Emilia-Romagna), di cui 5,87 euro a microimprese con meno di 10 dipendenti (l’87,6% dei clienti).

La platea dei partecipanti al Convegno annuale della Federazione Emilia-Romagna delle BCC.

Nel 2024 le BCC dell’Emilia-Romagna hanno destinato 12,5 milioni di euro a liberalità e investimenti sociali, di cui il 41% per progetti ambientali e per l’educazione.

“Le BCC rappresentano un modello alternativo di banca, ha sottolineato il presidente Fabbretti, capace di coniugare efficienza economica, giustizia sociale e sostenibilità ambientale. In sostanza, le BCC non operano solo nell’economia sociale, ma sono esse stesse economia sociale. Sono il punto d’incontro tra economia e comunità, un ponte che rigenera la finanza e la restituisce alla sua funzione originaria: quella di servire le persone e sostenere lo sviluppo umano e civile dei territori”.

AMPIO RICONOSCIMENTO DELLE ISTITUZIONI DI GOVERNO E AMMINISTRAZIONI LOCALI

Il convegno di Bologna ha visto l’ampia partecipazione degli esponenti delle istituzioni di Governo ed europee, delle amministrazioni locali. Tutte le voci hanno testimoniato l’importante tappa raggiunta con la pubblicazione e consultazione del documento del Piano nazionale per l’economia sociale, e l’impegno a continuare a lavorare per valorizzare il settore.

La sottosegretaria per l’Economia e le finanze, Lucia Albano: “Il Piano d’azione dell’economia sociale è il primo passo verso la definizione di una strategia nazionale di lungo periodo per il rafforzamento dell’economia sociale in Italia. Un lavoro che proseguirà attraverso la partecipazione di tutti gli attori interessati a portare il proprio contributo, nei prossimi mesi, per poter definire un Piano da portare in Europa entro il mese di novembre”.

Il coordinatore dei Gruppi di lavoro ministeriali sul piano di azione del Governo italiano per l’Economia sociale Gabriele Sepio: “Oggi serve passare dalle buone premesse ai fatti, con strumenti fiscali, finanziari e normativi adeguati. Il passo decisivo sarà la creazione, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di una struttura dedicata capace di coordinare competenze oggi distribuite tra diversi ministeri e di avviare finalmente un percorso organico di sviluppo per l’economia sociale”.

Il presidente di Cooperatives Europe e Consigliere di CESE, Giuseppe Guerini: ”Il Piano d’Azione per l’Economia Sociale non deve essere un recinto, ma una mappa che indica traiettorie di cambiamento. Se lo consideriamo un perimetro chiuso, restiamo fermi; se invece lo leggiamo come una direzione di marcia, possiamo accompagnare e persino orientare le trasformazioni in corso. È questa la responsabilità che devono assumersi le istituzioni e, con esse, tutti i soggetti dell’economia sociale”.

Da sinistra, la sottosegretaria del Ministero dell’Economia con delega all’economia sociale, **Lucia Albano**, il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, assessore allo sviluppo economico con delega all’economia sociale, Vincenzo Colla, il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini e il Consigliere di CESE, Giuseppe Guerini.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale: “Le BCC rappresentano il buon credito, capace di conoscere il territorio, leggere i progetti imprenditoriali e sostenere le famiglie. Con la futura legge regionale sull’economia sociale, intendiamo rafforzare questa collaborazione per valorizzare un modello economico che genera anche valore sociale, non solo economico”.

Il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, assessore allo sviluppo economico con delega all’economia sociale, Vincenzo Colla: “La delega all’Economia Sociale nella nostra regione nasce soprattutto dalla spinta del mondo cooperativo. È un modello che sentiamo come autenticamente nostro, caratteristico di questa terra e motivo di orgoglio. Dobbiamo ricucire le polarizzazioni territoriali, economiche, tecnologiche e di conoscenza che segnano la società attuale, e l’economia sociale, con i suoi soggetti peculiari, è il modello che può riuscirci”.

LA COOPERAZIONE MODELLO ALTERNATIVO DI FARE IMPRESA A BENEFICIO DELLE COMUNITA’ LOCALI

Tra i partecipanti, gli esponenti della cooperazione e in particolare del Credito Cooperativo italiano, che hanno evidenziato il ruolo delle BCC come modello di fare impresa prossimo alle esigenze e ai bisogni delle comunità locali, dell’imprenditorialità giovanile e allo sviluppo della cooperazione oltre ai confini nazionali.

Il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini: “Il piano sull’economia sociale rappresenta un riconoscimento importante per quei soggetti che ogni giorno lavorano per sanare le fragilità del Paese, come fanno le BCC. La cooperazione ha dato il meglio di se quando è stata capace di leggere bisogni e offrire risposte solide. Di questo action plan non saremo solo vigili osservatori ma attori protagonisti”).

Il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba: “Dalla ricostruzione del dopoguerra fino alla legislazione successiva, il nostro sistema si è evoluto unendo solidità normativa e una componente culturale che ne custodisce la vocazione originaria. Oggi siamo a una nuova svolta: alla struttura normativa si affianca il riconoscimento di una pratica, per affermare con chiarezza che il nostro è un modello di banca profondamente diverso”.

Il presidente del Gruppo BCC ICCREA, Giuseppe Maino: “Le BCC rappresentano un modo di fare banca che mette al centro le relazioni e i valori, anche quando il mercato è in tempesta. Perché il nostro è, prima di tutto, un credito profondamente umano. Dobbiamo unire competenza e visione, professionalità e passione per portare avanti questa missione: mutualità e prossimità non devono essere parole astratte”.

La vicepresidente del Gruppo Cassa Centrale Enrica Cavalli: “Identità, impegno, concretezza e consapevolezza: queste le parole d’ordine che il Credito Cooperativo deve ricordare sempre per mantenere la propria matrice identitaria e guardare avanti. Dobbiamo essere pronti a fare la nostra parte per dovere verso le nostre comunità”.

Il direttore generale Sergio Gatti: “Come Federcasse abbiamo proposto che il Piano d’Azione affermi il riconoscimento esplicito del ruolo delle BCC come soggetti dell’economia sociale e delle capogruppo dei Gruppi Bancari Cooperativi in quanto componenti essenziali il sistema del Credito Cooperativo. Inoltre, il riferimento all’indisponibilità del patrimonio e alla destinazione mutualistica degli utili come elementi essenziali per il trattamento fiscale “proprio” e non definito come “agevolativo”.

Il presidente della Fondazione Tertio Millennio Alessandro Azzi: “La nostra Fondazione si sta concentrando su fronti significativi, anche a livello internazionale, come quello dell’imprenditorialità giovanile. E’ molto importante anche sviluppare educazione finanziaria e consapevolezza sul ruolo del Credito Cooperativo per continuare ad essere rilevanti”.

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