Ricostruire e rigenerare legami e comunità, per guardare a nuove relazioni basate sulla libertà e la democrazia e capaci di rispondere e costruire soluzioni in materia di salute, lavoro e transizione ecologica.

Quella di sabato 15 è stata una giornata di confronti e idee: a Palazzo della Cooperazione, a Roma, durante l’evento “L’individuo (da solo) non esiste”, è stato presentato il “Piano B”, definito dai promotori uno spartito per l’Italia in grado di incarnare la ricchezza del contributo del paradigma relazionale nell’esperienza sociale e politica, in buone pratiche sociali ed amministrative, risposte di policy, e strategie politiche.

Le organizzazioni promotrici dell’evento sono state Aiccon, ASviS, Base Italia, Fondazione per la Sussidiarietà, Generatività.it, NeXt Nuova Economia per Tutti, Festival Nazionale dell’Economia Civile, con la collaborazione di Argomenti 2000, Comunità Connessioni e Fondazione Symbola.

Un’iniziativa per costruire ponti, stabilire relazioni, creare unione e condivisione tra le generazioni e superare il concetto dell’io, per dare vita ad un piano diverso, per scrivere il futuro delle nostre città, dell’Italia e dell’Europa.

«Viviamo un periodo di demenza relazionale – ha detto Leonardo Becchetti, direttore Festival Nazionale dell’Economia Civile e Cofondatore NeXt Economia -, dai femminicidi alle lotte per i dazi. C’è, quindi, un grande bisogno di intelligenze relazionali e il Piano B nasce per questo: per mettere al centro questo tema che è trascurato e spiegare come questo si declina in proposte di policy concrete in tutti i settori della nostra vita, dalla sanità al lavoro, alla transizione ecologica, sempre all’interno del paradigma dell’economia civile. Quello che vogliamo fare è far nascere delle comunità “ibride”, sia nei territori che virtuali, che lavorino su questo tema. Dobbiamo e vogliamo assolutamente avere un impatto politico dal basso e aumentare la partecipazione di persone organizzazioni”.

L’evento, ha spiegato Sergio Gatti, Direttore Generale Federcasse, rappresenta “un’altra tappa della cittadinanza attiva che è in cammino: Piano B riesce a coagulare tantissime persone. La presenza di temi fondamentali per la vita dei cittadini, che vengono discussi in una prospettiva progettuale, è la cosa più importante”.

L’intervista al direttore generale di Federcasse, Sergio Gatti su Rai Radio Uno- Sportello Italia

Ben 12 esperti, provenienti da tutta Italia, hanno partecipato all’evento, presentando un nuovo paradigma relazionale, oltre a tre position paper su altrettanti temi principali d’interesse collettivo come sanità, lavoro e transizione ecologica.

Per approfondire i tre paper

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Paper Lavoro

Il lavoro, si legge nel primo paper, “deve essere ripensato come un elemento di crescita e di mobilità sociale e al tempo stesso di generazione di comunità. Per questo rispetto all’esistente serve “un Piano b del lavoro” perché le ricette utilizzate sin qui non funzionano più. Serve un nuovo paradigma relazionale che integri produttività, innovazione e dignità del lavoro. Politiche attive, formazione e modelli organizzativi moderni sono la chiave per affrontare le sfide del futuro”.

Nel documento i punti di una nuova strategia per il “lavoro dignitoso”:

Aumento della produttività e dei salari reali
Maggior valorizzazione del capitale umano per spostarsi verso settori a più alto valore aggiunto.
Creazione di una rete centri di ricerca applicata per facilitare l’accesso all’innovazione per le PMI.
Smart Working e nuove organizzazioni del lavoro
Politiche per l’occupazione femminile e la conciliazione vita-lavoro
Politiche migratorie intelligenti
Riforma dell’istruzione e formazione continua
Partecipazione e governance aziendale
Il voto col portafoglio e il lavoro etico

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Paper Sanità

Il secondo paper è dedicato alla sanitò. “L’individuazione del settore della salute e della sanità come uno dei primi da prendere in considerazione da parte di Piano B – si legge -, insieme a lavoro e transizione energetica, deriva dalla rilevanza del settore per la vita di tutti, individui, famiglie, comunità, territori, mondi del lavoro e istituzioni, come peraltro ben evidenziato dal dettato costituzionale e dai più importanti documenti internazionali, che vedono nella tutela della salute e nella sanità uno dei pilastri fondamentali per la salvaguardia della dignità, della giustizia, del benessere sociale, del diritto al lavoro e dello sviluppo equo e sostenibile”.

La proposta di Piano B è allora quella di “provare a ricomporre i segmenti di un sistema in profonda crisi attorno ad un paradigma diverso, che abbiamo voluto chiamare relazionale. Un paradigma che riconosce la salute e la malattia come eventi di senso nella vita delle persone e delle comunità e la cura come relazione, intersettorialità e dinamicità relazionale”.

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Paper Ambiente

L’ultimo documento riconosce nella transizione ecologica un elemento necessario a “garantire un futuro sostenibile, riconciliando sviluppo economico e tutela del nostro pianeta”.

“Le energie rinnovabili – si legge – combinate al passaggio da un’economia lineare a una circolare, basata su riduzione, riuso e riciclo possono essere il fulcro del cambiamento ma devono sempre prestare attenzione al risvolto sociale, poiché devono evitare di penalizzare le fasce più deboli della popolazione. La qualità dell’aria e la salute pubblica, fortemente connessi alla questione ambientale, richiedono interventi urgenti che vadano a contrastare il continuo processo di inquinamento ambientale a cui siamo costantemente sottoposti”.

“In Italia, il percorso verso la neutralità climatica è in ritardo: le rinnovabili crescono ma non abbastanza, la burocrazia frena gli investimenti e diversi settori (tra cui edilizia, mobilità e trasporti, agricoltura) necessitano di una ri-organizzazione degli incentivi, in modo che possano essere equi e stabili. Efficientamento energetico, comunità energetiche rinnovabili e progressivo abbandono delle fonti fossili hanno trovato una promettente strada di implementazione attraverso la compensazione delle emissioni delle imprese, ma servono politiche organiche che ne guidino lo sviluppo”.

“A livello globale, un’opportunità per riequilibrare le disuguaglianze è il concetto di “giubileo ecologico”, che lega la cancellazione del debito finanziario al riconoscimento del debito ambientale dei paesi ricchi verso quelli in via di sviluppo, favorendo così una transizione più giusta e solidale”.

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