Secondo l’Istat, nel 2040 le persone over 68 anni aumenteranno di 3milioni e 600mila unità a fronte di un aumento di nuove 6 milioni di persone sole o coppie senza figli. Diminuzione costante delle nascite e dei matrimoni e calo dell’indice di fertilità all’1.2. Questa la fotografia demografica e sociale del nostro Paese. Nasce da questo scenario allarmante l’esigenza di un intervento condiviso a livello istituzionale e di un confronto interdisciplinare, orientato a garantire il benessere dei genitori italiani e ad assicurare loro una possibilità di conciliazione tra famiglia e lavoro.

In tal senso, il convegno dal titolo “L’innovazione sociale per migliorare le politiche familiari. Confronto con le istituzioni”, promosso da MCL (Movimento Cristiano Lavoratori), che si è tenuto il 12 febbraio a Roma presso la sede del CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), è stata l’occasione per le istituzioni politiche, i rappresentanti del Terzo Settore e per il Credito Cooperativo (presente Federcasse) di avanzare delle proposte concrete di sostegno alle famiglie italiane e per il futuro del Paese.

“Bisogna rimboccarsi le mani e mettere insieme una cassetta degli attrezzi che ci permetta di intervenire in forma unitaria e strategica, con una visione di medio-lungo periodo, ha affermato in apertura dei lavori il presidente del CNEL, Renato Brunetta. “Innanzitutto, con servizi pubblici dedicati alla famiglia e al mondo del lavoro che incidono sulla spesa dei cittadini, attraverso le misure di congedo e assistenza familiare per riaccendere il motore sociale ed economico. Vogliamo fare del CNEL, ha detto Brunetta, la casa dei corpi intermedi ovvero un luogo di analisi e discussione su come promuovere azioni di contrasto della denatalità”.

I cambiamenti del tessuto demografico sono delineati dall’Istat, con i dati previsti nel 2041: tra circa 15 anni, rispetto al 2022 avremo un calo della popolazione di 5milioni e 260mila, le coppie con solo un figlio al di sotto dei 20 anni saranno circa 5milioni 113mila, mentre i monogenitori con un figlio di massimo 20 anni saranno 178mila in più.

Tra i motivi per cui i giovani fanno meno figli c’è la mancanza di garanzie lavorative, soprattutto per le donne. A riguardo l’incisivo contributo del presidente della CEI, il cardinale Matteo Zuppi ha richiamato il tema scelto da Papa Francesco per il Giubileo, la speranza, che “ci aiuta ad affrontare anche la denatalità”. “La crisi demografica deve essere risolta, cambiando alcuni paradigmi, e l’accoglienza è decisiva: non c’è futuro senza accoglienza. E riguarda l’integrazione di chi porta speranza (…)”. “Le famiglie si trovano sempre più esposte all’incertezza e alla complessità di quest’epoca; non c’è natalità senza entusiasmo e il problema del rapporto tra la donna e il lavoro è ancora aperto. Questo dialogo tra Terzo Settore e istituzioni può aiutarci a trovare delle scelte operative, nella necessità di un’alleanza sociale per la speranza, che sia inclusiva e non ideologica”.

Un momento dell’ingresso del presidente della CEI, Cardinale Matteo Zuppi e del presidente CNEL, Renato Brunetta

PER LE ISTITUZIONI: CAMBIAMENTO CULTURALE, MISURE CONCRETE E INNOVAZIONE PER UN NUOVO APPROCCIO DI GIUSTIZIA SOCIALE

È necessario un grande cambiamento culturale. Di questo ne è convinta la Ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella che ha sottolineato come “la scelta di fare figli va premiata e considerata di prestigio sociale”. A tal fine, “il Governo ha messo al centro la questione della denatalità attraverso quattro pilastri: i trasferimenti diretti, i servizi sociali, il lavoro femminile con la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, l’immigrazione regolare”. “Dall’inizio abbiamo messo in campo risorse consistenti. Questi provvedimenti pro-family sono utili, ma serve appunto uno sforzo corale per cambiare l’approccio culturale, frenare la denatalità e rilanciare il concetto che la famiglia va sostenuta”.

Anche il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo ha illustrato come il Governo nelle Leggi di Bilancio e nella Delega fiscale abbia messo al centro la famiglia e le donne, ed in particolare, attraverso vari interventi con meccanismi di detassazione per gli imprenditori che assumono i giovani e anche per le società che investono in innovazione; e le detrazioni in una logica di quoziente familiare. E ancora altre misure: dall’innalzamento della soglia dei fringe benefit per i lavoratori dipendenti al bonus mamma per l’esonero dei contributi, fino alla riduzione della tassazione sui premi risultato.

Da sinistra, il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo e la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci.

Mentre, la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci ha parlato del futuro del welfare italiano con l’avvio del Fascicolo Sociale e Lavorativo del cittadino (FSL), “un progetto ambizioso che unisce trasformazione digitale e giustizia sociale, consentendo una gestione dei servizi socioassistenziali più trasparente e integrata. Questo strumento permetterà alle politiche di welfare di essere non solo più efficaci, ma anche più sostenibili nel lungo periodo”.

L’innovazione è fondamentale anche nell’erogazione delle prestazioni da parte dell’INPS. Il presidente Gabriele Fava ha spiegato, infatti, che va ripensato il rapporto dell’istituto con i cittadini e sviluppato un welfare generativo, che significa anzitutto passare da un sistema assistenziale, o di mera gestione pubblica delle risorse, ad uno in grado di personalizzare le prestazioni sul ciclo di vita dei cittadini, in modo che possa rappresentare un valore per le persone stesse e per il Paese. Un sistema che risponda ai nuovi bisogni di welfare”.

CENTRALITA’ DELLA FAMIGLIA. LE PROPOSTE DEL TERZO SETTORE E ANCHE DEL CREDITO COOPERATIVO

Variegate le osservazioni raccolte nel corso dei lavori da parte delle principali figure istituzionali operanti nel campo dell’economia e delle politiche sociali, tutte accomunate dalla convinzione che la famiglia – a cui sono dedicati tra l’altro degli articoli della Costituzione, come ha ricordato il vicepresidente della Corte Costituzionale, Luca Antonini – giochi un ruolo strategico di primaria importanza nel favorire lo sviluppo della società e del mercato del lavoro. Per questo motivo ad essa si sono rivolte le principali proposte di sostegno avanzate dalle realtà associative e di categoria presenti, tra cui quella del Credito Cooperativo. Di seguito ne riportiamo in sintesi il contenuto:

Federcasse ha lanciato la proposta per incentivare i crediti alle famiglie che fa leva sul contributo concreto delle banche di comunità e si inserisce nella già collaudata misura europea del Pmi Supporting Factor. “Proponiamo di introdurre il Family Supporting Factor – ovvero una misura che riduca l’assorbimento patrimoniale delle banche che erogano prestiti alle famiglie – ha detto il direttore Sergio Gatti – che vogliono investire nella casa, nello studio dei figli, nell’assistere sotto il profilo sanitario e sociale e accompagnare eventuali componenti del nucleo familiare colpiti da disabilità significative”.

In alto il presidente di MCL, Alfonso Luzzi. In primo piano da sinistra il il presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Palo e il direttore di Federcasse, Sergio Gatti.

MCL (Movimento Cristiano Lavoratori) ha proposto di riconoscere al genitore che si trovi nelle condizioni di richiedere part time volontario, la possibilità di usufruire della contribuzione figurativa commisurata a un orario di lavoro a tempo pieno, per un periodo massimo di due anni. “Occorre contribuire con un elemento migliorativo immediato all’interno della riforma del sistema, ha sottolineato il presidente Alfonso Luzzi, rimuovendo vincoli e costrizioni che specialmente le giovani donne incontrano sul mercato del lavoro, agevolando la flessibilità lavorativa dei congedi parentali”.

Fondazione per la Natalità ha avanzato la proposta di costituire un’Agenzia per la Natalità allo scopo di creare uno strumento di misurazione affidabile e concreto dell’impatto delle politiche di welfare aziendale sul tasso di natalità tra le donne dipendenti.“È essenziale promuovere un’azione ampia e inclusiva che coinvolga attivamente la società civile – ha affermato il presidente Gigi De Palo – e l’idea di istituire un’Agenzia per la Natalità, in coordinamento con il Governo, nasce con l’ambizione di esercitare una funzione di coordinamento tra gli enti che erogano servizi per le famiglie”.

Forum delle associazioni familiari ha individuato nel “fattore famiglia fiscale” e nel modello dello “splitting” alla tedesca uno strumento di effettiva equità fiscale che, oltre a prevedere la mancata tassazione per le spese di mantenimento e accrescimento della famiglia, introduce un livello di reddito non tassabile crescente all’aumentare del numero dei componenti della famiglia secondo una scala di equivalenza. “Riteniamo che questa soluzione – ha spiegato il presidente Adriano Bordignon, possa contribuire a rendere più equa la tassazione per le famiglie più numerose e, al contempo, per quelle mono-genitoriali, caratterizzata da un basso reddito”.

(Norma Zito)

(Nella foto di apertura, in alto da sinistra la Ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari opportunità, Eugenia Roccella, il presidente dell’INPS Gabriele Fava, il presidente della CEI, cardinale Matteo Zuppi, il presidente del CNEL, Renato Brunetta, il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo e la viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci. In basso, da sinistra il presidente MCL, Alfonso Luzzi, il presidente della Fondazione per la Natalità, Gigi De Paolo, il direttore di Federcasse, Sergio Gatti, il presidente generale MCL, Stefano Ceci eil presidente Forum delle Famiglie, Adriano Bordignon).

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