Negli ultimi mesi gli italiani sono stati costretti a fare ricorso ai risparmi per fronteggiare i rincari dovuti all’inflazione e i costi del “caro bollette”. I ‘salvadanai’ degli italiani si stanno svuotando, segnando una riduzione di quasi 40 miliardi di euro negli ultimi tre mesi del 2022. Sono stati in particolare i depositi delle imprese a far rilevare una contrazione significativa, connessa con l’esigenza di finanziare il ciclo produttivo.

Ne parliamo nell’ultimo numero della rubrica “Punti e Spunti” pubblicata sul mensile Credito Cooperativo, a cura di Carmen Mazzilis del Servizio Analisi economiche e statistiche creditizie di Federcasse.

La situazione è stata recentemente sottolineata anche dal Centro Studi Unimpresa, che cita i dati della Banca d’Italia sui depositi di famiglie ed imprese. Dallo scoppio della pandemia si era registrata una crescita costante dei risparmi degli italiani. Complice la forzata riduzione dei consumi, che aveva portato il volume della raccolta depositata presso le banche dai 2.097 miliardi del dicembre 2019, ai 2.344 miliardi di luglio 2022. Quasi 250 miliardi di incremento, pari ad una crescita di oltre il 12%. La tendenza all’accumulo è proseguita fino alla scorsa estate per poi invertirsi repentinamente, investita dall’onda lunga della crisi causata dall’emergenza sanitaria, dal progressivo riassorbimento delle misure agevolative e, soprattutto, dall’aumento dell’inflazione e delle bollette energetiche.

I DEPOSITI BANCARI DI IMPRESE E FAMIGLIE SI STANNO PROGRESSIVAMENTE RIDIMENSIONANDO

Sono soprattutto i conti correnti, la forma di accumulo più utilizzata come scorta precauzionale in tempi di incertezza ad essere stati “intaccati” per attingere liquidità negli ultimi mesi. Il saldo totale era cresciuto di quasi il 30% nell’ultimo triennio, fino ai 1.522 miliardi di luglio 2022; poi la discesa di 45 miliardi (-3,0%) fino ai 1.478 miliardi toccati a ottobre scorso. Sono in particolare i depositi delle imprese a far rilevare una contrazione significativa (-5,3% negli ultimi tre mesi) connessa con l’esigenza di finanziare il ciclo produttivo gravato dal forte aumento dei costi. Mentre i depositi delle famiglie presentano un calo meno rilevante, pari a poco più di mezzo punto percentuale.

I conti liquidi o rapidamente liquidabili, d’altra parte, sono ormai concepiti come un servizio che prevede una remunerazione irrilevante se non addirittura inesistente; a fronte del significativo incremento del costo del credito famiglie e imprese preferiscono smobilizzare, se necessario, ciò che hanno accumulato e che non frutta nulla.

Per accrescere il funding e trattenere i clienti che hanno ancora liquidità e cercano opportunità di guadagno più elevate le banche dovranno inevitabilmente intervenire significativamente sui tassi di depositi e conti correnti. Alcuni istituti si sono già adeguati al nuovo scenario e hanno iniziato a pubblicizzare offerte sui conti di deposito, con tassi interessanti e possibilità di smobilizzo flessibile; anche se, facendo qualche semplice conto, nessuna delle soluzioni proposte permette di coprire quanto si perde con gli attuali tassi di inflazione.

Anche per le banche di Credito Cooperativo nella seconda metà del 2022 si è registrato un riassorbimento della liquidità depositata dalla clientela presso le filiali. Ad ottobre 2022 la raccolta complessiva delle BCC ammontava a 194 miliardi di euro, a fronte del picco di 198,7 miliardi registrato a luglio. Va detto che il ridimensionamento dei mesi più recenti della liquidità depositata da soci e clienti nelle BCC è seguita ad un lungo periodo di crescita dell’aggregato a ritmi straordinariamente elevati, notevolmente superiori a quelli rilevati mediamente nell’industria.

Nonostante la diminuzione dell’ultimo trimestre, la raccolta complessiva delle BCC è cresciuta mediamente del 18% dal dicembre 2019; nove punti percentuali in più rispetto al sistema bancario nel suo complesso. La liquidità depositata dalle sole imprese nelle BCC nel periodo dicembre 2019-ottobre 2022 è aumentata di oltre 20 miliardi di euro (+50,4%, contro il +37,2% medio dell’industria); la crescita, superiore alla media dell’industria per tutte le categorie dimensionali di impresa, è particolarmente rilevante con riguardo alle imprese con più di 20 addetti (+55%, contro il +36,5% del sistema complessivo). I depositi delle famiglie sono cresciuti nell’ultimo triennio di 13,4 miliardi (+13% contro +12,3% dell’industria).

Sono in particolare i conti correnti, la forma più liquida di risparmio e che costituisce ad ottobre l’84% della raccolta BCC contro il 64% medio dell’industria, ad aver fatto registrare una crescita straordinariamente elevata. Nonostante il riassorbimento degli ultimi mesi, la variazione nel periodo dicembre 2019-ottobre 2022 è stata pari per le BCC al +56% per le imprese e al +20% per le famiglie, notevolmente superiore alla crescita – pur molto elevata – rilevata mediamente nel resto dell’industria bancaria. Il 12% dei conti correnti di famiglie e imprese depositati presso il sistema bancario italiano si trova in filiali BCC e la quota di pertinenza della categoria è progressivamente aumentata, a conferma della fiducia riposta nelle nostre banche dalla clientela di riferimento.

IL RUOLO DELLE BANCHE È FONDAMENTALE

Nel contesto attuale gli italiani fanno sempre più fatica a trovare la soluzione finanziaria ideale.

In questo frangente, come è stato nel corso della crisi pandemica, il ruolo delle banche è fondamentale. C’è necessità di accompagnare la clientela, consigliando e supportando nella scelta delle soluzioni migliori per tutelare la stabilità finanziaria e cogliere le migliori opportunità di sviluppo.

Per le BCC contraccambiare la grande fiducia che ha permesso al modello di banca locale mutualistica di operare con successo da oltre un secolo, tra corsi e ricorsi storico-politici ed economici, è una grande responsabilità.

Fornire consulenza e supporto adeguato alla clientela dei territori per decisioni di risparmio e di investimento è oggi più complesso che in passato; le variabili in gioco sono tante, i vincoli altrettanti: con un’inflazione che ha superato l’11% – il dato più alto dal 1985 – ed erode i risparmi residui; la necessità di tutela da spese impreviste; il caro -bollette che minaccia la stabilità di famiglie e imprese; l’incertezza che incombe. E’ complesso trovare una via di uscita sicura, ma è possibile consigliare un percorso equilibrato, che contemperi al meglio le molteplici esigenze della clientela.

Le BCC sono anche in questo nuovo scenario protagoniste, in un’ottica di sostegno ai singoli che si traduce in sviluppo della comunità nel suo complesso.

Scarica il nuovo numero di Credito Cooperativo

Clicca qui

Potrebbe interessarti anche

La “rivoluzione” fiscale con la lente dell’Economia Civile

Ecologici ed economici, arrivano i prodotti elettronici ricondizionati

Bilancio di Coerenza 2020

Le BCC a sostegno della popolazione ucraina

Attenzione alle truffe perpetrate a nome di “BCC Federcassa Spa”

Resta aggiornato sul mondo del Credito Cooperativo