Un sistema sanitario in affanno, l’aumento della povertà, i pesanti effetti della pandemia sul lavoro e sulle prospettive economiche, le criticità legate ai livelli di istruzione. Sono alcuni dei risultati emersi dall’VIII Rapporto Istat sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes). A commentare i risultati dell’indagine, la Direttrice centrale dell’Istituto nazionale di statistica, Linda Laura Sabbadini, in un’intervista di Giampiero Guadagni pubblicata sull’ultimo numero del mensile Credito Cooperativo.

Linda Laura Sabbadini, Direttrice centrale Istat

152 indicatori per il Bes

Con i suoi 152 indicatori (33 nuovi, in linea con il Next Generation Eu), il Bes descrive condizioni materiali e qualità della vita degli italiani, ed è sempre più considerato da chi prende decisioni politiche. Nel 2020 l’incrocio di tre grandi fenomeni ha portato all’ingresso di trenta nuovi indicatori: la crisi sanitaria, i cambiamenti climatici, la rivoluzione tecnologica. E gli effetti sono stati significativi.

Gli affanni del sistema sanitario

“Gli aﬀanni del sistema sanitario di fronte allo tsunami del Coronavirus – spiega Sabbadini – non vanno scollegati dai continui tagli”. Infatti “gli indicatori sulla qualità dei servizi sanitari, elementi utili per valutare gli strumenti idonei a recuperare i danni dell’epidemia il più velocemente possibile, mostrano una riduzione dei posti letto nei reparti ad elevata intensità assistenziale tra il 2010 e il 2018 e una crescita costante del tasso di mobilità per motivi di cura dalle regioni meridionali e dal Centro tra il 2010 e il 2019”.

La relazione tra livello di istruzione e capacità di reagire alla pandemia

“Esiste una relazione stretta tra livello di istruzione e capacità di reagire alla pandemia. Nella prima ondata – dice ancora Sabbadini – si è ulteriormente allargato il divario di mortalità tra meno e più istruiti (soprattutto nelle fasce centrali della vita e tra le donne), tornato poi a maggio e giugno su valori simili a quelli dell’anno precedente. La pandemia, con la conseguente chiusura degli istituti scolastici e universitari e lo spostamento verso la didattica a distanza o integrata, ha acuito le disuguaglianze”.

E sull’istruzione il divario con l’Europa continua ad ampliarsi: nel secondo trimestre 2020 la quota di persone con almeno il diploma superiore è inferiore alla media europea di 16 punti percentuali”. Gravi anche le conseguenze nel mercato del lavoro: “quasi un milione di occupati in meno e un milione di poveri assoluti in più”. E quasi un terzo delle famiglie italiane “ha dichiarato un peggioramento della situazione economica”.

Il ruolo delle BCC per centrare gli obiettivi del Bes

Le banche di comunità possono contribuire alla sensibilizzazione di buone pratiche che possono portare al raggiungimento degli obiettivi del Bes “Indirizzando investimenti e finanziamenti – suggerisce la Direttrice centrale dell’Istat – sugli aspetti più rilevanti della qualità della vita. Recuperare il terreno sul fronte delle infrastrutture sociali sarebbe fondamentale. Siamo alla preistoria. Decenni di disattenzione e tagli sull’assistenza sociale e sanitaria. Non è più sostenibile. Occorre fare un balzo ora, altrimenti quando potremo farlo?”

L’emancipazione femminile chiave della ripresa

Anche se la pandemia ha acuito la contrazione demografica, il fenomeno non è nuovo per l’Italia. Eppure “senza il lavoro delle donne il Paese non cresce”. Per Sabbadini “È arrivato il momento di puntare a un grande piano di infrastrutture sociali e a un piano proprio per l’occupazione femminile”. E l’intervento è quantomai urgente: “Se non si interviene adesso, aumentando il numero delle donne che lavorano, ne discendono conseguenze drammatiche: si faranno sempre meno figli, cresceranno le povertà, aumenteranno le disuguaglianze, si mancherà di valorizzare i talenti di ragazze molto istruite e capaci”.

L’intervista integrale è pubblicata sul mensile Credito Cooperativo acquistabile online.

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