Rendiamo visibile l’invisibile, proprio come l’acqua.

Il messaggio lanciato in occasione del World Water Day 2022, che ricorre oggi 22 marzo, è chiaro: “quasi tutta l’acqua dolce liquida del mondo è sotterranea. Con l’aggravarsi del cambiamento climatico, le acque sotterranee diventeranno sempre più critiche. Dobbiamo lavorare insieme per gestire in modo sostenibile questa preziosa risorsa”.

Lavorare insieme e sostenibilità sono due parole chiave per riprenderci il futuro, per preservare quello che è un bene comune.

Perché l’acqua è un bene comune e va difeso sia attraverso politiche ambientali che possano tutelarlo, sia attraverso investimenti e finanziamenti per evitare inutili sprechi. Che, purtroppo, sono ancora tanti.

In Italia oltre un terzo della produzione di acqua va perso in rete distribuzione

Secondo i dati diffusi dall’Istat, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia/città metropolitana, il 36,2% dell’acqua immessa in rete.

In 11 Comuni capoluogo di provincia/città metropolitana, tutti nel Mezzogiorno, sono state adottate misure di razionamento nella distribuzione dell’acqua.

Eppure, il 65,9% delle persone di 14 anni e più è attento a non sprecare acqua. Tra i cinque problemi ambientali che preoccupano le persone di 14 anni e più rientra l’inquinamento delle acque. Interessa quattro persone su 10 nel 2021, con il massimo nel Centro (42,0%) e il minimo nel Mezzogiorno (38,4%). Per il dissesto idrogeologico (frane e alluvioni) si dichiara preoccupato il 22,4% delle persone di 14 anni e più; meno sensibili al problema i giovani di 14-24 anni (15,9%) rispetto agli adulti di almeno 55 anni (26,3%).

Il ruolo chiave della finanza sostenibile

Più consumi ma anche meno investimenti. Secondo il nuovo “Blue Book”, realizzato dalla Fondazione Utilitatis in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e Istat, l’Italia non brilla rispetto agli altri Paesi europei per utilizzo e gestione dell’acqua. In particolare lo spreco rappresenta un problema anche strutturale.

Ci sono infatti diverse criticità che variano in base alle aree territoriali.

Parliamo della vetustà delle reti (causa principale dello spreco idrico) e dell’adeguamento non ancora completo del sistema fognario e depurativo alla normativa di settore.

Dal nuovo Blue Book emerge come la finanza sostenibile, in crescita a livello globale, possa essere una opportunità per il settore, in ottica ESG.

In Italia nel 2021 i prestiti con finalità green hanno raggiunto i 13 miliardi di euro e le obbligazioni sostenibili sono arrivate a un controvalore di circa 300 miliardi di euro – 7 volte quello del 2017.

Le BCC sono attente alla tutela ambientale, al risparmio energetico e, in generale, all’utilizzo consapevole delle risorse naturali

Il settore idrico nel suo complesso mostra tuttavia segnali ambivalenti: prospettive positive legate ai recenti interventi del regolatore a favore degli investimenti sostenibili si scontrano ancora con il ritardo di alcune realtà aziendali nell’adottare pratiche di rendicontazione della sostenibilità, essenziali per attrarre investitori sempre più attenti a queste tematiche.

Il Credito Cooperativo per la sostenibilità

Non c’è produzione e consumo responsabili se non c’è investimento e risparmio responsabili.

Questo le Banche di Credito Cooperativo lo sanno bene e, da sempre, sono attente alla tutela ambientale, al risparmio energetico e, in generale, all’utilizzo consapevole delle risorse naturali, in coerenza con il dettato statutario, che impegna ogni BCC a promuovere “la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale opera”.

Basti pensare al progetto plastic free, con cui il Credito Cooperativo si impegna a ridurre la plastica monouso, oppure al BancaBosco, nato su iniziativa delle Giovani Socie e dei Giovani Soci del Credito Cooperativo, che propone la piantumazione di alberi per contrastare il cambiamento climatico e favorire una transizione ecologica. Inoltre, le BCC sostengono investimenti in produzioni agricole e industriali a ridotto impatto ambientale.

Non solo. Le BCC sono da tempo impegnate nello sviluppo di una finanza responsabile e sostenibile nei territori in cui operano, per investimenti socialmente responsabili in grado di migliorare l’ambiente nel quale viviamo.

Obiettivo? Quello di essere motore del cambiamento sostenibile e socialmente inclusivo.

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