Come riuscire, insieme, a superare i limiti dell’attuale congiuntura economica. E quale ruolo gioca in questo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’attenzione al territorio secondo il presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba, resta fondamentale per riuscire a dare seguito a misure che devono rappresentare “uno strumento di sviluppo” e non solo di crescita.

Al Festival Nazionale dell’Economia Civile il presidente di Federcasse, partecipando al panel “Oltre il PNRR. Quale ruolo dell’Europa”, ha sottolineato come “i governi possono varare certe misure, anche generose, come quelle approvate durante il Covid, ma se poi non c’è qualcuno che le fa scorrere fino alla destinazione periferica, l’effetto non si produce e la protesta sociale sale”. E’ qui che si inseriscono le Banche di Credito Cooperativo che svolgono un ruolo fondamentale in questo senso: “l’attenzione al territorio per noi è più che naturale. Siamo espressione della comunità e attenti ai bisogni della comunità stessa”. Durante la pandemia, ha ricordato, abbiamo “gestito sul territorio le risorse messe in campo dal Governo: abbiamo svolto un ruolo di vero calmiere sociale”.

“Fare credito secondo un modello sociale è possibile ed è quello che rappresentiamo anche qui con la nostra presenza al Festival”.

VERSO LA TRANSIZIONE ENERGETICA PER IL PARADIGMA DI UNA NUOVA ECONOMIA

In questo contesto di crisi, dovuto soprattutto alla crisi in Ucraina e all’aumento del prezzo delle materie prima, inflazione, instabilità e incertezza prendono il sopravvento. La transizione energetica svolge un ruolo fondamentale nel paradigma di una nuova economia.

Quando parliamo di sostenibilità, ha sottolineato Stefano Zamagni, Presidente della Pontificia Accademia delle scienze sociali, dobbiamo ricordare che ha “una natura tridimensionale: ambientale, sociale, economica. La grande sfida è trovare il modo di tenerle in armonia e, ad oggi, non esiste nessun modello a livello internazionale che dia una risposta”.

“La crescita non è un attributo umano, ma lo sviluppo sì. Questo, infatti, ha come primo obiettivo l’aumento del grado di libertà delle persone. Oggi tutta l’impostazione teorica mainstream è basata su questo errato scambio tra crescita e sviluppo”.

“Per effetto della globalizzazione – ha spiegato Elena Beccalli preside della facoltà di scienze bancarie finanziarie e assicurative della Università Cattolica di Milano – si è passati da un paradigma orientato alla competizione ad uno orientato ai conflitti, e la guerra in Ucraina e altri eventi bellici sono risultato di cambiamento di questo paradigma”.

“Dobbiamo guardare con impegno ad un modello orientato allo sviluppo integrale. A questo ci richiama costantemente Papa Francesco, e quindi questo ci apre ad una prospettiva radicalmente diversa e pone al centro dell’agenda la sostenibilità da non confondere con ecologia integrale”.

“Le grandi transizioni – ha ricordato a sua volta il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini-, se non opportunamente guidate, hanno sempre lasciato in eredità il peggio. Non possiamo quindi lasciarle nelle mani del mercato che è spesso guidato da soggetti speculativi, dei quali non conosciamo la faccia. Le comunità energetiche sono lo strumento principale per garantire non solo un beneficio economico, ma anche il controllo della produzione di energia, invece che affidarla ai grandi fondi internazionali che sono fortemente interessati ad investire sul nostro territorio. Un altro grande tema è quello dell’inflazione: oggi assistiamo a un connubio tra inflazione e speculazione che non tutela i deboli, ma aiuta gli speculatori a trarre ancora maggiore profitto. Per dare una risposta, con grande sofferenza e spirito di solidarietà, noi abbiamo aderito al patto anti-inflazione, facendoci carico dell’aumento dei costi del denaro e dell’energia”.

I MOMENTI DELLA GIORNATA

(Foto di Silvia Mannino)

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