Un piano per il Mezzogiorno basato su economia civile, cooperazione, credito, lavoro ed etica con l’impegno collettivo di tutti i soggetti impegnati nel territorio. Questa la proposta presentata dalla Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania Calabria, al convegno organizzato il 22 ottobre a Napoli, presso la Basilica Pietrasanta, dal titolo: “Laboratorio Sud: l’economia riparta dal territorio”.

In particolare, l’incontro, a cui hanno partecipato esponenti istituzionali ed economisti, ha consentito, partendo dalla lezione dello storico ed economista Antonio Genovesi, di procedere ad un’ampia riflessione sul ruolo del sistema bancario per lo sviluppo, e nello specifico del Credito Cooperativo per la ripresa post pandemia in nome di un’economia più vicina alla gente. “E’ necessario portare avanti una rinascita complessiva – ha detto il presidente della Federazione e della BCC di Napoli, Amedeo Manzo – che sia sicuramente d’innovazione, di digitalizzazione, ma anche un elemento di equilibrio tra Nord e Sud. Una proposta che presenteremo al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale, in cui diremo che il Credito Cooperativo c’è, è vicino alle imprese, alle start up e ai giovani”.

Il presidente della Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania e Calabria, Amedeo Manzo

“Le Banche di Credito Cooperativo – ha poi sottolineato il presidente Manzo – intendono essere la cinghia di trasmissione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza, da Bruxelles al Mezzogiorno d’Italia, dall’Europa ai territori alle imprese piccole medie e grandi con le quali quotidianamente abbiamo un dialogo per lo sviluppo dell’economia, per la crescita dell’occupazione in un’ottica di efficienza e di crescita ma anche di solidarietà e di vicinanza”.

AMPIA FIDUCIA DELLE ISTITUZIONI NEL RUOLO DEL CREDITO COOPERATIVO

Il convegno, moderato dal vicecaporedattore del Tgr Campania, Guido Pacobelli Ragosta, è stato l’occasione per pensare ad un futuro su basi efficienti e solidali e proporre una nuova visione capace di conciliare economia e sviluppo. Un tema su cui anche la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna ha focalizzato il suo video messaggio, nel quale ha riconosciuto l’impegno del Credito Cooperativo per lo sviluppo dei territori.

Nella stessa direzione anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi che ha sostenuto: “Un sistema bancario legato al territorio napoletano è una bella notizia per la città. E’ importante che ci sia attenzione all’aspetto etico, alla vicinanza ai cittadini, soprattutto, alle situazioni di maggiore sofferenza. Una finanza più umana è quella che serve oggi per dare delle risposte alla crisi della società nella quale viviamo”.

Da sinistra, il presidente di Federcasse, A. dell’Erba, il sindaco di Napoli G. Manfredi e il presidente A. Manzo

La povertà di oggi richiede di cambiare un modello del sistema economico. Per l’Arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia “non significa annullare le scoperte scientifiche, ma andare incontro all’uomo. Non significa abolire la ricchezza, ma riequilibrare le forze in campo verso l’umiltà, la solidarietà ed il senso umano”. “Le BCC sono prossime al territorio. Siete una prospettiva futura per le persone più disagiate, rappresentate il grande ideale del nuovo modello economico della giustizia su cui dobbiamo formare la vita”.

Il problema del Mezzogiorno è un problema italiano e per risolverlo occorrono sinergie tra gli attori territoriali. In tal senso, il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola ha evidenziato: “Le BCC sono il volto democratico della finanza e per uscire dalla crisi è necessaria la collaborazione tra le istituzioni, le imprese, la ricerca e l’università e il mondo del credito. La finanza di prossimità è fondamentale per sostenere le start up, per evitare che continui il processo di desertificazione dei borghi e per valorizzare un’imprenditoria sana e giovane del territorio”.

Infine, anche il Magnifico Rettore dell’Università di Napoli “Federico II”, Matteo Lorito vede nella banca del territorio il partner che agevola, invoglia e difende le neonate start up e le imprese gestite da giovani. “Attualmente la formazione e la ricerca si realizza con gli enti territoriali, con le banche, con le aziende molto più di prima. Abbiamo messo a bando 400 posti ( i cui termini stanno scadendo in questi giorni) tra dottorati e nuovi giovani ricercatori per tirocini di 6 mesi in azienda. E quella azienda può essere anche una banca territoriale”.

PREOCCUPAZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL PNRR

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un’opportunità storica per il rilancio del Mezzogiorno, ma le risorse e le quote non bastano. Su questi aspetti si è concentrato l’intervento, nel corso del Laboratorio Sud, del presidente Svimez, Adriano Giannola che ha affermato: “Occorre però parlare della strategia, di cosa si deve fare, delle priorità e dei tempi, poi le quote vengono a valle di questo. E’ fondamentale sbloccare un sistema che è fermo da 20 anni, Nord e Sud”.

La platea del Laboratorio Sud che si è svolto nella Basilica di Pietrasanta a Napoli.

Mentre, il presidente del Censis, Giuseppe De Rita ha richiamato l’attenzione della platea sulla fase di attuazione del PNRR, che “rischia lenti passi avanti per evidenti carenze da parte di coloro che dovrebbero attuarlo”. “Abbiamo già visto in precedenti esperienze che far fluire la responsabilità per i canali istituzionali discendenti (dallo Stato alle regioni, ai Comuni e ad altri soggetti operanti sul territorio) non ha funzionato (come i fondi strutturali). Le realtà comunali locali non hanno una capacità (tecnica, organizzativa) di gestire i fondi europei. E’ una condanna per il Mezzogiorno, che la “dimensione locale” sia soggetto di domanda. Abbiamo bisogno di un bando con una “dimensione intermedia” per avere risultati, che comprenda non solo l’intervento della comunità, ma anche quello della banca locale”.

BCC NEL MEZZOGIORNO. RISORSA STRATEGICA PER IL PROTAGONISMO DELLE COMUNITA’

Il Laboratorio Sud ha dato ampio spazio agli spunti e alle riflessioni. Come quelli del presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba che ha riconosciuto alla BCC di Napoli di essere “generatrice” di valori non solo economici.

Il presidente di Federcasse, A. dell’Erba

“Il presidente Manzo ha messo in atto a Napoli un movimento di straordinaria rilevanza, ha detto dell’Erba, che recupera valori culturali politici e storici risalenti nei secoli, ma di estrema attualità”. Successivamente, il presidente ha ricordato l’impegno della Federazione Italiana nei confronti del Governo affinchè quest’ultimo si faccia promotore di una revisione del quadro regolamentare bancario europeo (in senso proporzionale) che consenta alle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen di accrescere il proprio contributo alla ripresa del Paese. In particolare, si è soffermato sul ruolo svolto dalle banche di comunità nella durissima fase pandemica sulla loro vocazione di sostegno ai territori, mostrando “numeri” (crediti) e capacità di risposta senza pari nel sistema bancario.

“Nel Mezzogiorno, le BCC sono l’unico impianto bancario – ha affermato il presidente di Federcasse – in questi territori hanno aumentato gli sportelli, mentre altri istituti hanno chiuso per spostarsi dove più conveniente. Rappresentiamo un modello democratico di impresa che va rispettato. Per questo la proporzionalità normativa è un diritto, non una concessione”.

DAI GIOVANI DEL MEZZOGIORNO UN RINNOVAMENTO DA ESTENDERE IN TUTTA ITALIA

Il presidente della Federazione Lombarda delle BCC, A. Azzi

Nelle sue conclusioni, il presidente della Federazione Lombarda delle BCC e della Fondazione Tertio Millennio ETS, Alessandro Azzi ha indicato che “sia sul fronte europeo che italiano, in particolare, nel Mezzogiorno ci deve essere un coinvolgimento delle nuove generazioni. Il Credito Cooperativo ha una proposta che parte da una tradizione che risale da fine ‘800 ma è attualissima, moderna, che è quella del coinvolgimento e dell’impegno per il cambiamento in meglio di questa economia e di questa società. In questa direzione, si colloca l’azione delle BCC come “corpo intermedio” che deve chiedersi quali sono le esigenze delle comunità e dare delle risposte nell’ambito del welfare e salute oppure in quello culturale e ricreativo (promuovendo e sostenendo ad esempio la creazione accanto ad ogni singola BCC della propria Mutua). In tal senso, la BCC è un valore e una risorsa per la comunità in cui opera”.

I NUMERI DELLA FEDERAZIONE BANCHE DI COMUNITA’ CREDITO COOPERATIVO CAMPANIA E CALABRIA

Il 9 luglio 2021 si era costituita ufficialmente la nuova Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania Calabria, nata dalla fusione tra la Federazione Campana delle BCC e la Federazione Calabrese delle BCC. Si tratta della prima fusione tra federazioni regionali dopo l’avvio di operatività dei Gruppi Bancari Cooperativi. Un’unica nuova, forte e dinamica realtà federativa del Sud Italia, al centro del “Progetto Rilancio”, che mira a valorizzare ulteriormente la presenza del Credito Cooperativo nel Mezzogiorno.

Attualmente la Federazione Banche di Comunità Credito Cooperativo Campania Calabria associa 19 banche (11 in Campania e 8 in Calabria, di cui 5 aderenti al Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale e 14 al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea); 240 sportelli; 1.600 dipendenti; 62.500 soci; 742milioni euro di patrimonio; 8,172 miliardi di euro di raccolta totale; 4,354 miliardi di euro di impieghi netti con un bacino di utenza potenziale di circa sette milioni e mezzo di persone.

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