“Pari a parole” è stato il tema della 17ma Convention annuale di iDEE, l’Associazione delle donne del Credito Cooperativo, che si è svolta a Roma (ed in collegamento streaming) sabato 9 ottobre.

Un evento ricco di spunti e riflessioni. Filo conduttore, come evidenziato dal tema scelto, il difficile percorso di una effettiva parità di genere da costruire attraverso il linguaggio, proprio attraverso quelle parole che sono, molto più di altro, la cartina di tornasole per decodificare la realtà.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Fioredelisi-1024x768.jpg — L’intervento della Presidentessa di iDEE, Teresa Fiordelisi

La Convention, dopo il saluto introduttivo del presidente di Federcasse Augusto dell’Erba, ha potuto contare sui contributi del presidente onorario della Associazione, Alessandro Azzi; della “performer” teatrale Manuela Fischietti, del professor Alberto Castelvecchi (docente di public speaking all’Università Luiss di Roma), del Dg di Iccrea Banca Mauro Pastore (intervistato dal Dg di Federcasse Sergio Gatti) e di Enrica Cavalli, Presidentessa di Banca Malatestiana e componente il Cda di Cassa Centrale Banca. Le conclusioni della Vice presidente di iDEE Claudia Benedetti.

A chiudere la giornata, l’ intervista (a cura della segretaria generale della associazione, Sara Reggio) all’atleta paralimpico e pluricampione dei mondo di sci nautico Daniele Cassioli. Un momento importante, non rituale, per ascoltare dalla voce di Cassioli (atleta non vedente) quanto siano state importanti nella sua vita le parole “ascoltate” e “dette” per avere contezza di se’ nel contesto sociale e per “raccontare” le proprie emozioni. Da lui anche uno stimolo a relativizzare le proprie paure e ad trasformare le difficoltà in opportunità.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Sara-Cassioli-1024x621.jpg — La Segretaria generale di iDEE Sara Reggio intervista l’atleta paralimpico Daniele Cassioli

“La parole contano! Come superare gli stereotipi di genere”

Momento centrale della Convention, la presentazione del libro “Le parole contano! Come superare gli stereotipi di genere nel linguaggio degli istituti bancari” (edizione Ecra) scritto a più mani dalle docenti di linguistica Anita Buonasora (Università di Lipsia) e Stefania Cavagnoli (Università di Roma Tor Vergata), Olga Ferraro (ricercatrice dell’Università della Calabria e componente il Cda della BCC Mediocrati), Loredana Sapia (Direttrice della Filiale di Roma di Banca Sviluppo), Anna Maria Vanti (giornalista), dalla Presidentessa di iDEE Teresa Fiordelisi e dalla Segretaria generale Sara Reggio. La post fazione del libro è della Ministra delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti. Alla tavola rotonda dedicata al libro, anche la giornalista Rai Laura Berti.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è parole-contano-taglio.jpg — La copertina del libro presentato alla 17ma Convention di iDEE

Il libro si apre con una analisi del contesto culturale nel quale si inserisce la prima ricerca organica sul “linguaggio di genere” nel Credito Cooperativo (rapporto tra lingua e cultura, il sessismo linguistico, gli stereotipi linguistici, le guide e le indicazioni europee) per passare ad esaminare la presenza femminile nelle BCC e – specificamente – il linguaggio utilizzato dalle diverse articolazioni di sistema nei documenti ufficiali, nella modulistica, ecc. fino ad arrivare ad una sorta di “mini guida”, ossia agli strumenti pratici per scegliere “le parole giuste” e le regole grammaticali di riferimento. Da ultimo, le prospettive future di questo percorso (non facile e non breve) e soprattutto le proposte operative.

Riportiamo, qui di seguito, la postfazione al libro della Ministra Elena Bonetti.

“Le parole hanno un potere straordinario, e alla misura di questo deve corrispondere quella della cura nello sceglierle. Vale per chi è al servizio delle Istituzioni, per chi ha il compito e la responsabilità grande di raccontare la nostra società e i suoi cambiamenti, vale nella quotidianità di ciascuno di noi. Il linguaggio, per la sua natura performativa, è e sarà l’interpretazione e la forma di quell’azione a cui sempre più ci sentiamo chiamati: infrangere definitivamente il tetto di cristallo che ancora ostacola la piena partecipazione delle donne al mondo del lavoro, impedendone troppo spesso l’avanzamento di carriera. L’indagine sul linguaggio del credito cooperativo realizzata da iDEE – Associazione delle Donne del Credito Cooperativo, in collaborazione con l’Università Tor Vergata di Roma, indica con chiarezza quanto la scelta di una dimensione consapevole del linguaggio, priva di stereotipi e dell’utilizzo del maschile universale, sia decisiva nel creare condizioni di pari opportunità. Riconoscere e dare un nome alle differenze vuol dire riconoscere alle donne il ruolo che già hanno in tutti i settori, anche quelli tradizionalmente considerati prerogativa maschile. Se davvero vogliamo testimoniare che le donne possono accedere a qualsiasi ruolo, il linguaggio non può che avere sempre anche la declinazione al femminile. Questo dovere riguarda in primis le Istituzioni e il linguaggio istituzionale, troppo spesso pensato unicamente al maschile. La strada da percorrere è certamente ancora in salita. Ci sono percorsi nuovi da attivare, a partire dai contesti educativi e da tutte quelle esperienze di cittadinanza che possono favorire il cambiamento.

Il tempo per farlo è adesso: il Paese si rimette in cammino se sa valorizzare pienamente l’esperienza femminile, se ne riconosce e riesce a liberarne il potenziale inespresso, se dà ragione alla forza e al coraggio che le donne sanno mettere in campo in ogni ambito del quotidiano. Partiamo da qui, dalla scelta di parole “nuove” e di un linguaggio capace di cogliere e di interpretare il femminile: è una operazione possibile rimettendo al centro le persone, la loro dignità, le loro irriducibili differenze, perché con il contributo delle donne e degli uomini insieme portiamo a vero compimento la nostra democrazia”.

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