“MutaMenti 2024. Friuli-Venezia Giulia e Veneto: una in-certa transizione digitale”. E’ questo il titolo del Rapporto presentato lunedi 16 dicembre a Pordenone, presso l’ex Convento di San Francesco. Lo studio promosso dalla BCC Pordenonese e Monsile, coordinato dal professore Daniele Marini dell’Università di Padova e che si avvale della collaborazione di docenti universitari ed esperti, per fotografare l’evoluzione della situazione socioeconomica nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia, quest’anno è stato sostenuto dalla Federazione Veneta delle BCC, dalla Federazione del Nord Est delle BCC e dalla Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne banke del Friuli-Venezia Giulia, in partnership con Fondo Sviluppo FVG e Fondo Sviluppo-Fondo Mutualistico Confcooperative.

“In questa edizione di MutaMenti parliamo del processo della transizione, digitale e sociale, e dell’avvento dell’AI – ha spiegato nel corso della presentazione il professor Marini – considerando le modalità con cui le due regioni del Nord Est le stanno affrontando. Abbiamo verificato il livello di conoscenza di queste innovazioni e per avere una prima misura di quanto la popolazione nordestina sia consapevole di cosa sia l’AI e quali siano i timori o le speranze rivolte nei suoi confronti, consideriamo un recente sondaggio svolto presso gli italiani”. In particolare, “nonostante l’Intelligenza Artificiale sia un argomento di grande attualità nella comunicazione, solo il 40,9% degli italiani è in grado di rispondere correttamente e l’8,6% non è in grado di rispondere”. “Quote – ha sottolineato il professore – che nel Nord Est scendono al 37,4% nel primo caso e salgono all’11,9% nel secondo. Dunque, nelle regioni di questa porzione d’Italia il grado di conoscenza risulta più limitato rispetto ad altri territori”. “Se poi dal grado di conoscenza passiamo alla valutazione sugli ipotetici vantaggi e svantaggi dell’introduzione dell’AI, in Italia quanti sottolineano gli aspetti positivi sono il 59,6%, contro il 50,4% che evidenzia quelli negativi. Nel Nord Est otteniamo nel primo caso il 59,9% dei consensi, mentre i secondi salgono al 54,3%. Così, le preoccupazioni fra i nordestini paiono prevalere sulla media nazionale”.

All’interno di questa cornice insistono alcuni aspetti problematici che appesantiscono i processi di transizione non solo economica, ma anche sociale.

Il presidente della BCC Pordenonese e Monsile, Loris Paolo Rambaldini

Alla presentazione sono intervenuti il presidente della BCC Pordenonese e Monsile, Loris Paolo Rambaldini, il presidente della Federazione Veneta delle BCC, Flavio Piva, il presidente della Federazione Nord Est delle BCC, Lorenzo Liviero e il presidente dell’Associazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Artigiane, Zadružne Banke del Friuli Venezia Giulia, Luca Occhialini, che hanno sottolineato l’importanza di cogliere i segnali socio-economici del territorio per una efficace programmazione come sistema bancario e come BCC, in particolare, delle azioni a sostegno delle imprese nella produzione, nella digitalizzazione e nell’uso delle tecnologie, nell’applicazione dell’intelligenza artificiale. L’importanza di questo raccordo tra le 3 Federazioni del Nord Est e l’attenzione lungimirante che le banche di comunità dei loro territori rivolgono a questa transizione epocale, è stata sottolineata dall’intervento in video collegamento del Direttore Generale di Federcasse Sergio Gatti.

I FATTORI CRITICI E POSITIVI DELLE REGIONI VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA CHE FACILITANO LA TRANSIZIONE DIGITALE E SOCIALE E L’AVVENTO DELL’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE

I relatori dei vari saggi contenuti nel volume hanno messo in luce alcuni fattori critici, ma anche quelli positivi che possono facilitare nelle due Regioni del Nord Est (Veneto e Friuli Venezia Giulia) la transizione digitale e sociale ed, in particolare, l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (AI) .

Tra quelli negativi: la demografia. Secondo gli studiosi, il tema demografico continua ad essere e lo sarà per molto tempo ancora una questione centrale. Di qui ai prossimi anni, si legge nel volume, “in assenza di migrazioni, il rapporto fra la popolazione con un’età superiore ai 65 anni e quella in età lavorativa (20-64) del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia, oltre che dell’Italia intera, crescerà rapidamente. Fra gli occupati nel 2004 la quota di giovani (15-34) rispetto al totale degli attivi (15-64 anni) era pari al 36%, mentre i 50-64enni pesavano il 19%. Vent’anni dopo (2023) questo rapporto si rovescia e i giovani costituiscono solo il 24%, mentre i senior salgono al 38%. Un’inversione letterale che non può non costituire un rallentamento ai processi di innovazione”.

Per quanto riguarda il capitale umano, lo studio ha rilevato che “l’offerta formativa di corsi universitari sull’AI per l’anno accademico 2023/2024 comprende sul piano nazionale 135 programmi, includendo corsi triennali e magistrali. Mentre, a livello europeo, la Germania detiene 265 percorsi, la Francia 181, i Paesi Bassi 164, Irlanda 154″. Nello specifico, “negli atenei del Nord Est, previsti per l’A.A. 2024/2025 e annoverabili nell’ambito dell’AI, ci sono 3 corsi in Veneto e 5 in Friuli Venezia Giulia. Inoltre, la popolazione laureata negli atenei di Veneto e Friuli-Venezia Giulia manifesta una predisposizione alla mobilità verso uno Stato europeo più elevata della media nazionale (48,1%): a Padova è il 50,3%, a Ca’ Foscari il 53,1%, a Trieste il 54,4%. Ad una minore offerta formativa negli ambiti del digitale e dell’AI fa da contrappeso una più elevata propensione delle giovani generazioni a mobilitarsi verso altri Stati europei”.

Infine, anche il quadro economico del primo semestre 2024 si conferma per l’Italia e per il Nord Est caratterizzato da crescita debole. Secondo le stime di Banca d’Italia, infatti, il PIL per la fine del 2024 è pari a +0,8%, al ribasso rispetto alle stesse stime del Governo (+1%). Inoltre, nei primi mesi dell’anno si è registrato un calo delle esportazioni soprattutto verso l’Europa e verso la Germania (-5,6%) pari complessivamente all’1,4% per il Nord Est, con un -3,5% in Veneto e un +3,7% in Friuli-Venezia Giulia, determinato in quest’ultimo caso dalle positive performance del comparto dei mezzi di trasporto. Il combinato disposto di simili condizioni “dovrebbe far chiudere l’anno con un PIL in crescita in Friuli-Venezia Giulia dello 0,7% e in Veneto dello 0,8%”.

Tra i fattori positivi, invece, gli studiosi hanno evidenziato la formazione scolastica in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia. Gli indirizzi tecnici dell’istruzione risultino più attrattivi di quelli liceali rispetto alla media nazionale: “Se in Italia il 51,7% delle giovani generazioni si iscrive ai licei e il 31,5% ai tecnici (2022/23), in Veneto la popolazione liceale si attesta al 44,6% e quella tecnica si colloca al 37,8%; in Friuli Venezia Giulia quella liceale raggiunge il 48% e quella tecnica il 37,1%”.

A questo fattore si collega quello del mercato del lavoro: in Veneto e Friuli-Venezia Giulia l’occupazione ha toccato livelli record, approssimandosi a 2,8 milioni di lavoratori con una crescita indotta dai contratti a tempo indeterminato. Lo studio ha messo in luce come “fra le persone in cerca di prima occupazione oltre il 60% adoperi frequentemente dispositivi digitali, a differenza del 42% fra gli occupati attuali che più frequentemente usano i dispositivi digitali solo per lo stretto necessario”.

Nello specifico, il Rapporto MutaMenti 2024 ha indicato che i tassi di diffusione dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale sono molto disparati e le applicazioni sono molto vaste, ma diverse imprese di altrettanti settori le stanno sperimentando. Dall’esplorazione delle applicazioni nelle imprese di dimensioni maggiori affiora un mix di utilizzi che sostengono processi e attività disparate.

In conclusione. per gli studiosi “siamo alle battute inziali in una sorta di statu nascenti della transizione digitale e dell’utilizzo dell’AI in generale nelle imprese, ma soprattutto fra quelle di taglia contenuta. Diversa è la condizione in quelle più grandi, dove l’applicazione conosce stadi decisamente più avanzati”.

PER UNA MAGGIORE COMPETITIVITA’ DELLE REGIONI DEL NORD EST OLTRE ALL’INVESTIMENTO ECONOMICO IN INNOVAZIONE DIGITALE ANCHE L’IMPEGNO IN FORMAZIONE

Secondo il Rapporto MutaMenti 2024, per riprendere la competitività che aveva caratterizzato le regioni del Nord Est negli ultimi due decenni del secolo scorso, l’investimento economico e organizzativo nelle innovazioni digitali e nell’utilizzo dell’AI è un fattore necessario, ma non sufficiente, se non è parimenti accompagnato da un impegno formativo ed educativo verso persone e comunità. Un impegno, dunque, che deve avere come obiettivo quello di acquisire la coscienza delle sfide e delle opportunità insite nelle transizioni. In tale direzione ad approfondire i temi della transizione digitale e dell’intelligenza artificiale hanno portato il loro contributo un’ampia platea di relatori, tra cui Gianpiero Dalla Zuanna (Università di Padova), Monica Cominato (Provincia di Vicenza), Tommaso Anastasia (Analytics consultant), Gianluca Toschi (Università di Padova) coordinati dal giornalista Luca Piana, Vicedirettore dei quotidiani Nem. E ancora Roberto Siagri (Rotonium), Cristiana Compagno (Università di Udine), Aleksandar Arsovic (Zero, Future Farming Initiative), Daniela Galante (Confcooperative Veneto), Stefano Miani (Università di Udine), Giovanni Grandi (Università di Trieste), Giulia Baccarin (MIPU Predictive Hub) e Francesca Setiffi (Università di Padova).

(Nella foto di apertura, un momento della presentazione del Rapporto MutaMenti 2024).

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