Audizione congiunta, il 10 marzo scorso, di fronte alla Commissione Bilancio, Affari Generali e istituzionali ed alla Commissione Politiche Economiche della Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, della Federazione Emilia Romagna delle BCC, insieme a Federcasse ed Abi, sulla nuova disciplina bancaria in materia di classificazione dei debitori in default. Per la Federazione è intervenuto il Presidente Mauro Fabbretti; per Federcasse il Direttore Generale Sergio Gatti.

La delegazione del Credito Cooperativo ha presentato ai Commissari una Memoria nella quale in premessa viene ricordata l’evoluzione della normativa bancaria e la posizione più volte espressa nelle opportune sedi istituzionali nazionali e comunitarie da Federcasse. La Memoria, dal titolo “Il contributo delle Banche di Credito Cooperativo dell’Emilia-Romagna alla ripresa e alla resilienza delle famiglie e delle imprese. Numeri, quote di mercato, previsioni e considerazioni sul quadro normativo in materia di credito”, sottolinea come sia necessario – in questa fase emergenziale segnata dalla pandemia – “assicurare il miglior quadro regolamentare possibile affinché le misure straordinarie assunte dai Governi e dalle Regioni non vengano in parte (se non in gran parte) vanificate da regole concepite e scritte prima della pandemia con una filosofia regolamentare che rischia di non essere in sintonia con i grandi obiettivi di policy: sviluppo inclusivo, durevole, partecipato”.

In questo contesto – evidenzia la Memoria – “Un nuovo percorso di sviluppo può avviarsi solo se si prende definitivamente coscienza in Europa che – anche nel mercato bancario – la diversità produce stabilità, i territori ricchezza e la partecipazione inclusione. Tutti ingredienti indispensabili nel prossimo incerto futuro”.

La Memoria passa quindi ad elencare puntualmente le proposte del Credito Cooperativo in tema di proporzionalià, gestione degli NPL e della liquidità, nonché di definizione delle necessarie procedure di accompagnamento delle PMI duramente colpite dall’emergenza economica.

In particolare, il Presidente della Federazione Emilia-Romagna e il Direttore di Federcasse hanno ribadito che con la nuova normativa aumentano le rigidità e il rischio che vengano classificate come inadempienti imprese e famiglie comunque sane, le quali perderebbero l’accesso al credito, con quello che ne consegue in termini di prospettive di ripresa (in particolare in questa fase emergenziale). Al contrario, gli istituti di credito avrebbero tutto l’interesse a ristrutturare queste posizioni.

La seconda parte del Documento ha illustrato lo stato dell’arte del sistema del Credito Cooperativo dell’Emilia Romagna. Che ruota attorno a 10 BCC, con 402 sportelli, presenti in 162 Comuni (in 10 dei quali sono l’unica presenza bancaria). Nell’ultimo anno, gli impieghi – a testimonianza della particolare vivacità delle BCC regionali – si sono attestati a 13,7 miliardi (con un + 7,2% a fronte di un +2,3% rilevato per il resto dell’industria bancaria) e con una quota di mercato regionale del 10,2%; la raccolta è stata invece di 17 miliardi (+13,9%).

Dal dibattito successivo è emersa la condivisione da parte di diversi esponenti politici circa le preoccupazioni rappresentate: Gianni Bessi (Pd) ha sottolineato che oltre il 50 per cento delle 450mila imprese registrate sul territorio opera tramite il sistema di liquidità a breve con il sistema bancario. Queste imprese potrebbero, quindi, essere soggette a una situazione di rischio; Stefano Bargi (Lega) ha evidenziato l’importanza di capire l’impatto che la nuova regolamentazione avrà su una regione produttiva come l’Emilia-Romagna e ribadita l’urgenza di sciogliere il nodo delle limitazioni collegate alla possibilità di allungare il credito; Luca Sabattini (Pd) ha richiamato la necessità di contrastare le diseguaglianze e le disparità che con il Covid si sono ulteriormente acuite anche con riferimento alle famiglie.

All’audizione è intervenuto anche il Vice Direttore dell’Abi, Gianfranco Torriero.

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