Sono più di 2 milioni le famiglie italiane che vivono in una condizione di povertà energetica. Famiglie che rischiano l’esclusione dalla transizione climatica senza misure efficaci che redistribuiscano i costi inevitabili del cambiamento. Questo il tema affrontato nell’incontro “Transizione verde e povertà energetica”, organizzato nella mattinata del 1 dicembre a Roma da Confcooperative, nella sede del Palazzo della Cooperazione. Un momento non solo di riflessione, ma anche di valutazione di azioni concrete, come ha evidenziato il Direttore Generale di Federcasse, Sergio Gatti, fra i relatori: “Questo è il tempo di scelte coraggiose, audaci” ha detto.

Alla ricerca di soluzione sostenibili e sensibili a territori e persone

Ad aprire i lavori del webinar, moderato da Laura Borsieri, il presidente di Confcooperative Consumo e Utenza, Roberto Savini. “Il fenomeno della povertà energetica trova le sue radici nella disuguaglianza” ha evidenziato. Un fenomeno che è sia temporale, poiché si riflette sulle generazioni, che spaziale, perché si concentra in determinate zone, dove povertà e disuguaglianza sono più marcate. Secondo i dati dell’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), oltre 2,6 milioni di famiglie sarebbero destinatarie di circa 3 miliardi di euro di bonus per abbattere il caro bolletta. Ma un’ampia platea di queste famiglie – ha detto – rischia di restarne esclusa.

“Dopo il superamento della fase di emergenza servono soluzioni innovative, sostenibili – ha sottolineato -, sensibili ai territori e alle persone. La cooperazione è attrezzata per guidare questa transizione capace com’è di offrire risposte strutturali”.

Oltre 2 milioni di famiglie sotto la soglia di povertà energetica

Ma cos’è la “povertà energetica” e quali sono le misure a disposizione per contrastarla? A spiegarlo nel dettaglio, Luciano Lavecchia, esperto dell’OIPE, Osservatorio italiano sulla povertà energetica. Si tratta della situazione in cui le famiglie sono costrette ad investire una quantità eccessiva di risorse nell’approvvigionamento energetico; oppure non riescono a comprare un paniere minimo di beni e servizi energetici. Una situazione in cui, sulla base di elaborazioni OIPE su dati Istat, si trovano ormai da decenni oltre 2 milioni di famiglie italiane, pari all’8% del totale. Un fenomeno che nel Sud e nelle Isole è più marcato ed è in crescita, così come nelle periferie e nelle aree rurali.

Le misure di contrasto alla povertà energetica: sono davvero efficaci?

Per contrastare la povertà energetica, il governo ha varato diverse tipologie di misure. La prima è rappresentata da bonus gas e bonus elettrico erogati sulla base dell’ISEE; nel 2020 è “costata” circa 200 milioni di euro agli altri utenti del sistema. Un costo che – ha spiegato Lavecchia – potrà salire a quasi 2 miliardi di euro con l’automatizzazione del beneficio a partire da quest’anno. Eppure, solo una piccola quote di famiglie in povertà energetica – avverte l’esperto – ha usufruito finora delle agevolazioni, con un impatto pari ad appena lo 0,2%.

La comunità energetica: una vera e propria rivoluzione

A soffermarsi sulle misure di contrasto della povertà energetica anche Gianni Pietro Girotto, presidente della X Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato. Una misura centrale di contrasto alla povertà è certamente la comunità energetica, introdotta per legge a febbraio 2020. Una coalizione di utenti – aziende, professionisti, cittadini, famiglie, anche soggetti pubblici ma non obbligatoriamente – che, tramite adesione volontaria, collaborano con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno più impianti energetici locali.

Il problema principale di questa misura – ha sottolineato il sen. Girotto – è che è ancora in larga parte sconosciuta. Molti la confondono con altri strumenti e non hanno capito che è una norma assolutamente operativa, eppure si tratta di una vera e propria rivoluzione – ha evidenziato – che porterà sicuramente alla redistribuzione del reddito. Solo sui tetti dei condomini, sarebbe possibile installare un milione di impianti. Un impulso anche alle energie rinnovabili, vero fattore di cambiamento che, oltre alla convenienza economica, sono anche una misura fra le più veloci da mettere a regime.

Per una transizione equa, non bastano i pannelli solari ma serve una burocrazia più snella

“Il primo tema su cui riflettere è quello di capire come poter governare una transizione che, oltre ad essere giusta dal punto di vista ambientale, lo sia anche dal punto di vista sociale. Noi infatti rischiamo di creare un maggior divario sociale in questa transizione tra chi potrà permettersi le auto elettriche e chi no, fra chi potrà ridurre le emissioni energetiche delle abitazioni e chi no”. A porre l’accento ancora una volta sul tema della disuguaglianza, Nicola Danti, componente della Commissione per l’Industria, Ricerca, Energia del Parlamento Europeo.

Quel che è certo – ha detto – è che non faremo la rivoluzione energetica senza una rivoluzione burocratica in tutti i paesi europei. Non basterà l’Italia coperta di pannelli solari per rispondere alle esigenze energetiche che avremo; serve anche una burocrazia efficiente che autorizzi in tempi rapidi la produzione di energie rinnovabili e dunque l’utilizzo efficace delle necessarie risorse pubbliche. La cooperazione, come ha fatto in passato con il lavoro e i consumi, potrà essere una dei protagonisti della svolta verde.

Il ruolo “eccezionale” della Cooperazione fra comunità energetica, rinnovabili e nuova fiscalità

Povertà energetica, transizione Ecologica, inflazione verde: sono i tre problemi a cui trovare soluzione per il prof. Leonardo Becchetti dell’Università di Roma Tor Vergata. E la soluzione c’è: la comunità energetica. Una risposta anche ad uno dei colli di bottiglia del nostro mercato energetico: la scarsa capacità produttiva di energie rinnovabili. Almeno tre i benefici delle comunità energetiche secondo il prof. Becchetti, che ha ricordato come il PNRR destini 2,2 miliardi di euro alla loro costituzione. I benefici sono un risparmio dei costi in bolletta fino al 30%; il premio per l’auto-consumo da parte dello Stato; la possibilità di vendere eccedenze al gestore della Rete. Nel sostenere queste comunità, la cooperazione – ha evidenziato – può giocare un ruolo eccezionale.

LE BCC e Casse Rurali: una presenza di resistenza e di servizio nei territori. Anche contro la povertà energetica.

“Le imprese cooperative sono nate e continuano a nascere nelle fasi di crisi e di passaggio anche perché le transizioni non sono mai a costo zero. C’è chi pagherà un prezzo più alto, e noi dovremo stare dalla loro parte; perché la transizione non sia elitaria ma il più possibile partecipata e attenta alla redistribuzione”. Ad affermarlo, il Direttore Generale di Federcasse Sergio Gatti.

La povertà – ha aggiunto – non è solo dei redditi – sulla quale la presenza del Credito Cooperativo nei territori è fra i fattori accertati di attenuazione – ma anche educativa, sanitaria ed energetica. Tutti volti della povertà che rischiano di guardare alle stesse persone e agli stessi territori. Dunque, la presenza geografica, di resistenza e di servizio, di BCC e Casse Rurali non può che essere un impegno anche di contrasto alla povertà energetica.

Le proposte su obbligazioni ESG, finanza retail, comunità energetiche

Il Credito Cooperativo, grazie anche all’impegno delle Capogruppo Iccrea Banca e Cassa Centrale Banca, vuole cogliere l’occasione per poter caratterizzare le proprie emissioni obbligazionarie nell’ambito ESG; concentrandosi e unendo la “E” di “Environment” e la “S di “Social”. Perché per contrastare la povertà energetica bisogna agire su entrambe le dimensioni, ambientale e sociale.

Così come, per quanto riguarda la “finanza retail”, occorre “confezionare” prodotti e servizi il più possibile semplificati che accompagnino sia famiglie che imprese nella transizione. Dal Direttore Gatti, infine, la proposta di costruire uno spazio per il fondo mutualistico FondoSviluppo proprio con l’ottica di incentivare la nascita delle comunità energetiche. Nel vademecum che ci ha accompagnato verso la Settimana Sociale di Taranto – ha concluso – abbiamo affermato che non esiste un patto ambientale senza un patto sociale. Aggiungo che non esiste un patto sociale senza un patto energetico”.

Anche l’Europa guarda a efficienza e comunità energetiche

La transizione verde è e sarà giusta, perché non può prescindere dal mitigare gli impatti negativi su famiglie e clienti vulnerabili. Proprio per questo ad ottobre la Commissione Europea ha pubblicato una serie di misure per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia; a breve inoltre diffonderà un documento che darà conto di quello che è stato fatto. Così Claudia Canevari, capo Unità Energy Efficiency, direzione generale dell’Energia della Commissione Europea, nel suo intervento all’incontro “Transizione verde e povertà energetica”.

La Commissione europea – ha continuato – ha inoltre riconosciuto l’importanza delle comunità energetiche e le ha sostenute. Uno strumento che estende i servizi che le cooperative possono offrire per aiutare gli Stati Membri a raggiungere obiettivi di sostenibilità a livello locale e domestico; responsabilizzando e coinvolgendo i consumatori anche nelle arre rurali e più remote.

Le cooperative sono pronte ad investire nella transizione energetica, ma con regole certe

A tirare le fila del dibattito, le conclusioni di Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative. Il tema della transizione verde e della povertà energetica – ha evidenziato non è “nuovo” eppure resta una questione centrale da dirimere. Perché sempre più famiglie fanno fatica a pagare una bolletta energetica che a seguito della speculazione di questi ultimi mesi è fortemente cresciuta.

Servono dunque politiche fiscali adeguate e corrette, ma anche coerenti. Gli incentivi per le rinnovabili in bolletta stanno ad esempio contribuendo a far crescere la povertà energetica.

Aprendo alla proposta del DG di Federcasse di un utilizzo delle risorse mutualistiche per sostenere le comunità energetiche, Gardini ha infine sottolineato come le cooperative siano pronte a investire nella transizione energetica e ad essere in prima linea nel contrasto alla povertà energetica. Tuttavia, proprio per questo, c’è bisogno di regole certe per non ripetere gli errori del passato.

La sintesi completa del dibattito, il video integrale del webinar e le slide di approfondimento sono disponibili nell’area riservata del portale “NOI Credito Cooperativo”.

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