Un grande convegno celebrativo dei primi 30 anni di vita della Cassa Mutua Nazionale per il personale delle Banche di Credito Cooperativo, quello che si è tenuto a Roma il 28 novembre. Attiva dal 1994, la Cassa conferma la lungimiranza delle parti sociali che l’hanno istituita a beneficio delle donne e degli uomini che ogni giorno “fanno” il Credito Cooperativo. E ancora oggi si conferma un modello di eccellenza nel panorama nazionale della sanità integrativa; concreta espressione della solidarietà mutualistica propria del movimento cooperativo.

Il convegno, intitolato “30 anni di mutualità sanitaria… i prossimi” e che si è svolto presso il Palazzo della Cooperazione, si è aperto con due video illustrativi delle principali tappe storiche che hanno contraddistinto la storia e l’evoluzione della Cassa Mutua Nazionale e con alcune testimonianze degli oltre 71 mila iscritti (di cui 28mila dipendenti, 4mila pensionati delle Aziende del Credito Cooperativo e più di 39mila familiari a carico e non).

Il presidente di Cassa Mutua Nazionale, **Matteo D’Angelo**

Immagini e racconti di persone che hanno condiviso il proprio trascorso di malattia e di disagio e che hanno messo in luce l’indispensabilità dei servizi resi dalla Cassa, l’attenzione, la sensibilità e la professionalità, e la vocazione che guida da trent’anni la storia dell’ente bilaterale, ovvero l’essere una vera e propria comunità nella quale il singolo è parte di un insieme e non solo di sé stesso. Una buona pratica di sanità integrativa che mira al bene comune e che vuole ancora migliorare per guardare al futuro con lungimiranza. Il presidente di Cassa Mutua Nazionale, Matteo D’Angelo, nel corso del suo intervento ha sottolineato come “continuare a fare rete, utilizzare le nuove tecnologia e ampliare gli orizzonti” sono gli obiettivi che “caratterizzeranno il futuro Cassa Mutua Nazionale”.

Tra gli interventi istituzionali che hanno delineato la situazione sanitaria nazionale e riconosciuto il valore della Cassa Mutua Nazionale, quello del presidente di Federcasse, Augusto dell’Erba: “Con 4 milioni e mezzo di persone che – secondo l’Istat- rinuncia a visite ed esami, per problemi economici, di lista di attesa o difficoltà di accesso – ha detto dell’Erba – la dimensione del bisogno e della lungimiranza siano sempre più evidenti. In questo quadro si inserisce Cassa Mutua Nazionale con le sue qualità, le sue caratteristiche peculiari, tra cui “l’inclusività, la capacità di innovazione – con diversi nuovi servizi avviati – e la particolare attenzione alla fragilità, con prestazioni dedicate proprio alla categoria dei non autosufficienti”.

Il presidente di Federcasse, **Augusto dell’Erba**.

A seguire, il presidente della Fondazione Tertio Millennio ETS, Alessandro Azzi ha sottolineato come “la Cassa Mutua Nazionale incarni il valore della mutualità e della cooperazione, anche a livello di metodo, un metodo che non dobbiamo mai smettere di praticare”. “Per uno sguardo al domani sarà importante, in prospettiva, dotarsi di professionalità adeguate a proseguire nella capacità di analizzare i nuovi bisogni della società e delle persone cui dare risposte evolute. Sarà sempre più necessario – sul terreno del welfare integrativo – fare rete e farlo in maniera intelligente”.

Il presidente della Fondazione Tertio Millennio ETS, **Alessandro Azzi**.

La rilevanza dei servizi offerti da Cassa Mutua Nazionale è stata ricordata anche dai segretari generali delle organizzazioni sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Ugl Credito intervenuti all’evento.

IL VALORE DELLA CASSA MUTUA PER GLI ISCRITTI

Le dinamiche dei Sistema Sanitario Nazionale, della spesa sanitaria privata del nostro Paese nonché le prestazioni del sistema dei fondi sanitari integrativi italiani (con un importante focus sul posizionamento di Cassa Mutua Nazionale) sono state poi approfondite nella prima edizione di un Dossier realizzato per l’occasione e presentato da Federico Spandonaro e Marco Micocci (Osservatorio su Sanità pubblica e integrativa in Italia).

In particolare, nel documento è contenuta una Survey dedicata agli iscritti a cui è stato chiesto il valore della Cassa Mutua nel momento dell’adesione e anche dopo in termini di percezione del beneficio ottenuto. Al momento dell’iscrizione alla Cassa, oltre il 70% ha risposto citando la minore preoccupazione connessa agli eventuali oneri legati al soddisfacimento dei bisogni sanitari in linea con la funzione di copertura economica offerta dalla mutualità.

In aggiunta, quasi il 40% dei rispondenti ritiene che sia una possibilità per non dover attendere le lunghe liste di attesa esistenti per accedere le prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale. Circa il 20% ha anche citato l’aspettativa di una maggiore qualità rispetto al SSN delle prestazioni cui si ha accesso con la Cassa Mutua, ma anche i vantaggi fiscali, la possibilità di accedere alle strutture convenzionate dalla Cassa e di trovare con maggiore facilità una risposta ai propri bisogni.

Tra coloro che hanno usufruito delle prestazioni offerte dalla Cassa Mutua i vantaggi che sono stati rilevati dalla Survey sono: la possibilità di poter evitare le liste di attesa del Servizio Pubblico (per quasi il 60%). Seguono le motivazioni legate alla maggiore possibilità di scelta della struttura o del professionista sanitario resa possibile dalla copertura e dalla rete di convenzionamenti offerti dalla Cassa Mutua (per quasi il 40%). E ancora: vengono elencati l’efficienza della risposta al bisogno, intesa come maggiore flessibilità nelle modalità di offerta, ma anche in termini di qualità clinica che raccolgono intorno al 20% di citazioni.

Inoltre, alla domanda se si rinuncerebbe alla copertura qualora migliorasse il servizio offerto dal Servizio Sanitario Nazionale, il 77% non rinuncerebbe comunque ai servizi offerti dalla Cassa Mutua. La principale ragione , per oltre il 40% dei rispondenti, è la comodità che si ricollega tanto all’eliminazione delle liste d’attesa quanto alla migliore modalità (organizzazione e flessibilità) di accesso alle prestazioni; con quasi il 30% delle risposte, la maggiore qualità delle prestazioni e il minor costo sostenuto.

I CONTRIBUTI ACCADEMICI PER IL FUTURO DELLA MUTUALITA’ SANITARIA

Tra le riflessioni accademiche che hanno affrontato il tema dei prossimi 30 anni della Mutualità Sanitaria e della Cassa Mutua Nazionale, quella del professore di Economia politica, Università di Bologna, Stefano Zamagni che ha riconosciuto come “la Cassa sia un contributo al processo di civilizzazione della società”. Il professore ha spiegato che la sanità italiana vive una crisi entropica (“quando un ente perde il senso e la direzione di marcia”).

Stefano Zamagni, professore di economia politica, Università di Bologna (a sinistra) e Luigino Bruni, presidente della Scuola di Economia Civile..

“Se la salute è un bene comune come definito dall’OMS nel 2008 – ha detto Zamagni – la governance deve essere congruente ad un bene comune ovvero deve essere di tipo comunitario e mettere in pratica il principio della sussidiarietà circolare”. Per Zamagni il triangolo formato dai tre vertici: ente pubblico, corpi intermedi (come la Cassa Mutua Nazionale) e medici e infermieri devono interagire in modo sistematico attraverso la co-programmazione (reperimento delle risorse) e poi con la co-progettazione”.

Per il professore, il compito futuro della Cassa Mutua Nazionale (in quanto corpo intermedio) è lanciare nel contesto italiano la diffusione della cultura del paziente come cittadino. Quest’ultimi come portatori di come organizzare la società. “Dovete essere chiamati ai tavoli deliberatori e dire come i servizi dovrebbero essere organizzati. Il servizio nazionale deve estrinsecarsi in beni relazionali. Nei prossimi anni è necessario trovare alleanze con altri soggetti che condividono con voi un obiettivo comune. Siate agenti di trasformazione della realtà operando con altre realtà”.

Sull’importanza delle sinergie si è soffermata anche la professoressa di Storia economica, Università di Bologna, Vera Negri Zamagni, parlando della crisi del modello del Welfare State e la tendenza a ricorrere al servizio privato esistente ed assicurazioni. “In questo scenario – ha suggerito la professoressa -vi è l’opportunità per ciascuna associazione mutualistica di costituire delle reti trasversali (fra cooperative) secondo una logica di sussidiarietà circolare”.

Infine, sul cammino storico-economico della mutualità sanitaria è intervenuto il professore di economia politica dell’Università Lumsa di Roma e presidente della Scuola di Economia Civile, Luigino Bruni. “La Mutua nasce da un modello comunitario”, ha detto. “È un patto, non un contratto. E’, per questo, molto di più perché contiene gratuità ed inclusione. Una Mutua vive se fa attenzione all’anello debole e tende ad essere distrutta se la consideriamo un bene privato. Le regole, gli Statuti vanno stabiliti; e per il futuro occorre ragionare su cosa è bene per noi: non solo interessi individuali ma di sguardo alla comunità. Le Mutue nascono per includere chi è escluso”.

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