Il 17 giugno, nell’ambito della Quarta Conferenza Internazionale Multidisciplinare (UNICART) dal titolo “Digital Transition and Green Sustainable Economy” è stato presentato il modello d’impiego decrescente per la sostenibilità (DIMS) a cura di Mauro Bisceglia, docente di Metodi Matematici dell’Economia e delle Scienze Attuariali e Finanziarie dell’Università di Bari ed amministratore della BCC di Putignano e di Marco Marcocci del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.

Si tratta del modello di impiego che ogni banca potrebbe mettere in atto, applicabile ad ogni genere di clientela (retail e corporate) e si fonda su due elementi sostanziali, la decrescenza del costo dell’indebitamento e la sostenibilità dell’operazione per la quale si richiede il finanziamento.

La presentazione (che ha riscosso l’apprezzamento dei partecipanti, oltre cento provenienti da tre diversi continenti, in rappresentanza di una trentina di università) è stata l’occasione per soffermarsi sul concetto di sviluppo sostenibile, partendo dal rapporto Brundtland su ambiente e sviluppo pubblicato nel 1987 dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) per giungere al Piano di Sostenibilità approvato a marzo 2020 da Iccrea Banca, la Capogruppo del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea.

“Il modello d’impiego, hanno spiegato i due autori, anche se pensato per il mondo del credito sicuramente non resta di esclusivo appannaggio di tale ambito, ma potrebbe essere “prestato” a molti altri settori, considerata la principale finalità alla quale mira, ovvero alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. Tale importante obiettivo, verso il quale si sta registrando una crescente attenzione e sensibilità anche nel mondo della finanza, valuta gli investimenti non solo sotto il profilo economico, ma anche da un punto di vista ambientale, sociale e di governance, al fine di avere sempre più investimenti classificabili come SRI (Sustainable and Responsible Investment)”.

Nel corso della presentazione è emerso, infatti, come sia cresciuto l’utilizzo di una serie di strumenti che caratterizzano la finanza sostenibile: dai fondi ESG ai Green bond fino ai Social bond e al private equity – private debt.

Lo strumento, in sostanza, si basa su una semplice forma d’impiego finanziario, rivolto a famiglie e imprese che intendono effettuare un investimento a medio e lungo termine, purché destinato a contribuire al conseguimento di uno dei 17 obiettivi previsti dall’Agenda ONU 2030. Diverse funzioni del modello, appositamente studiate dagli autori, si occuperanno di ponderare alcuni fattori ritenuti influenti ai fini dell’impatto che l’investimento procura alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. “I fattori considerati al fine di ottenere il livello di decrescenza dello spread, tramite le specifiche funzioni, hanno spiegato gli autori – sono stati l’importo finanziato, la vita a scadenza del finanziamento e il grado di sostenibilità dell’investimento”.

Sul fronte del debitore, secondo gli autori “il modello d’impiego decrescente per la sostenibilità (DIMS) presenta un unico “apparente” inconveniente dovuto all’effetto della rata decrescente che per tale sua natura risulterebbe almeno per i primi tempi di importo elevato. Ma il costo complessivo dell’indebitamento per effetto della decrescenza diventa maggiormente conveniente con l’aumentare della vita a scadenza. Infine, da non sottovatutare l’opportunità per il creditore di un reinvestimento più corposo grazie al rientro iniziale con eventuali vantaggi di repricing, sulla curva al rialzo dei tassi”.

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