I disastri ambientali sempre più frequenti negli ultimi anni (le alluvioni in Emilia-Romagna, Toscana e Marche; la siccità nel Nord-Italia prima e in Sicilia poi) hanno reso sempre più pressante la questione climatica e, di conseguenza, il complesso problema della transizione energetica. Sebbene il percorso verso una conversione dell’approvvigionamento energetico sia ancora lungo e difficile, i dati sulla produzione energetica restituiscono dei segnali incoraggianti.

Un anno record per le rinnovabili

Il 2024 è stato significativo per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, come riporta Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, nel suo Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico di dicembre 20241; per la prima volta, la richiesta totale di energia, che ha superato i 312 GWh nei dodici mesi, è stata soddisfatta al 41,2% dall’uso di Fonti Energetiche Rinnovabili (Fer); la quota è molto vicina a quella derivante dall’uso di combustibili fossili, che si ferma al 42,5%.

Considerando tutte le fonti di energia pulita, nel 2024 la capacità rinnovabile è aumentata di 7.480 MW (di cui 766MW nel solo mese di dicembre), con una crescita del 29% rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dello scorso anno. Andando nel dettaglio, sia il peso della produzione idroelettrica rinnovabile, che quella del fotovoltaico, sono aumentati dallo scorso anno, mentre l’eolico, il geotermico e l’energia proveniente da biomasse hanno registrato un leggero calo.

L’importanza delle rinnovabili nel fabbisogno energetico nazionale, quindi, continua ad aumentare, anche grazie alla spinta proveniente dagli obiettivi del Pnrr e dal Decreto ministeriale Aree idonee, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale nel luglio del 2024. Il Dm ha fissato dei target di capacità minima da installare dal 1° gennaio 2021 fino al “31 dicembre dell’anno di riferimento” per ogni Regione, in modo da raggiungere – a livello nazionale – l’obiettivo di 80 GW di capacità rinnovabile installata entro il 2030. Considerando il periodo che va da gennaio 2021 a dicembre 2024, quindi, il target cumulato di 16.108 MW di potenza aggiuntiva fissato dal DM è stato ampiamente superato: la nuova capacità installata2 ha raggiunto i 17.717 MW (+10% sul target).

Abbandonare i combustibili fossili. I vantaggi

L’ aumento di produzione elettrica proveniente da fonti rinnovabili è un’ottima notizia per almeno due motivi: prima di tutto perché rappresenta un passo importante verso gli obiettivi climatici di decarbonizzazione nazionali, europei e globali; in secondo luogo, poiché significa una minor dipendenza da combustibili fossili e, quindi, dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime. Come già sottolineato nel Rapporto Draghi, infatti, “gli alti prezzi dell’energia sono un ostacolo alla crescita, mentre la mancanza di generazione e di capacità di rete potrebbe ostacolare la diffusione di tecnologie digitali e dell’elettrificazione dei trasporti”.

Questo è problema particolarmente pressante per l’Italia, dato che “[nel 2023] le famiglie italiane pagano, rispetto ai prezzi medi dell’Unione europea, un significativo sovrapprezzo per l’energia elettrica (123,6 punti percentuali)”, mentre “riguardo ai prezzi pagati dalle imprese, il prezzo dell’energia elettrica rispetto al prezzo medio europeo è a […] 109,3 punti percentuali” come evidenziato dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica4. Il tema è tornato nuovamente attuale nelle ultime settimane, con l’aumento dei prezzi del gas in tutta Europa. Il TTF (acronimo di Title Transfer Facility, l’indice di borsa del gas naturale nel mercato dei Paesi Bassi, che permette il commercio di gas all’interno della rete olandese e in tutta Europa) ha raggiunto il picco dei 58€/MWh il 12 febbraio, il valore più alto dell’ultimo anno, in crescita del 65% dal settembre 2024.

L’aumento è dovuto sia ad una stagione invernale più fredda – soprattutto in Nord Europa – sia alle continue tensioni politiche e militari che coinvolgono tutto il continente. Di conseguenza, il prezzo del gas potrebbe rimanere alto ancora per diversi mesi, andando a pesare soprattutto sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese: un’analisi del Centro Studi di Unimpresa stima che un prezzo medio di 50€/MWh nel corso del 2025 (15€/MWh in più della media del 2024) si tradurrebbe in circa 1,6 miliardi di euro aggiuntivi per le piccole e medie imprese nazionali, partner fondamentali per le Banche di Credito Cooperativo e le Casse Rurali. Nel 2024, infatti, la quota di mercato media di finanziamenti alle imprese con meno di 20 dipendenti, per le BCC, è stata di circa il 22%.

IL SOSTEGNO DELLE BCC ALLE IMPRESE CHE PUNTANO ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Le Banche di Credito Cooperativo e le Casse Rurali forniscono un supporto concreto alle imprese che si stanno impegnando per riconvertire i loro sistemi produttivi, come riscontrato in una recente analisi condotta dal Centro Studi delle Camere di commercio, Guglielmo Tagliacarne, in collaborazione con Federcasse; dall’analisi emerge che tra il 2020 e il 2022 “il 41% delle imprese clienti di BCC ha adottato iniziative di tipo green per contrastare gli aumenti di costo di energia e gas, contro il 30% delle imprese non clienti BCC”; non solo: negli ultimi anni, il “43% delle imprese clienti BCC ha installato o ha in programma di installare un impianto di energia rinnovabile contro il 37% delle altre imprese”.

Le imprese, quindi, trovano nelle BCC una sponda importante per ridurre la loro dipendenza dai combustibili fossili e i vantaggi di questa collaborazione si riverberano su tutta la società: le aziende stesse riescono ad attutire i rischi e la loro esposizione verso la volatilità dei mercati finanziari riducendo in tal modo anche le perdite economiche; le comunità e i territori ne guadagnano in termini ambientali, con meno inquinamento. In conclusione, i dati dimostrano che le Banche di Credito Cooperativo, che per loro natura mettono lo sviluppo integrale e sostenibile al centro delle proprie azioni, forniscono un aiuto prezioso a quelle imprese che negli ultimi anni stanno riconvertendo i loro sistemi, puntando su un approvvigionamento energetico più sostenibile sia dal punto di vista ambientale, che economico.

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